Centro di produzione RAI

Luogo: Torino, Via Giuseppe Verdi, 14

Autore: Umberto Cuzzi, Felice Bardelli; Franco Garelli, Tito Varisco, Carlo Rapp (sculture)

Cronologia: 1961 | 1968
Itinerario: Nuove architetture per la nuova società

Uso: Centro di produzione televisiva, Museo

Il Centro di produzione RAI di Torino sorge in una delle vie principali del centro storico, prospicente la mole Antonelliana. L’isolato all’interno del quale trova posto l’edificio era originariamente occupato dal tardo seicentesco Ospizio dei Poveri, successivamente sede del Distretto Militare, semidistrutto nel corso del secondo Conflitto Mondiale dal bombardamento dell’8 agosto 1943. In luogo di gran parte dello storico palazzo che insisteva su tutto l’isolato, sorge il nuovo edificio progettato da Umberto Cuzzi, architetto affermato nel contesto torinese fin dai primi anni del Novecento.

L’edificio è una delle ultime opere realizzate da Cuzzi e costituisce un complesso avanguardistico dal punto di vista tecnologico. Al suo interno sono presenti diverse sale di registrazione e un auditorium. Il prospetto principale affacciato su via Verdi è caratterizzato da un basamento compatto, al di sopra del quale è impostata una superficie molto leggera con ampie finestrature intervallate da sottili fasce piene rivestite in pietra rosa.

Il basamento è interrotto da un ampio ingresso, al fianco del quale trova posto un pannello che contiene la targa della sede Regionale per il Piemonte: gli elementi decorativi e la grafica dei testi della targa sono realizzati Tito Varisco, in particolare le onde ricalcano la sigla di inizio delle trasmissioni RAI realizzata da Erberto Carboni. Il pannello è realizzato in pietra bianca alla quale sono addossati elementi in bronzo.

La sequenza delle finestre sul prospetto principale è interrotta al primo livello da un pannello pieno che accentua l’orizzontalità dell’edificio e prelude all’incastro di volumi utilizzati per la soluzione d’angolo, senso di orizzontalità accentuato anche dall’elegante disegno a incroci di fasce orizzontali e verticali che caratterizza il ricco rivestimento in pietra. A questo addensamento della superficie del prospetto corrisponde la smaterializzazione del basamento ottenuta con l’inserimento di un pannello in lamine di ferro saldate dal titolo “Sinfonia”, opera dello scultore piemontese Franco Garelli.

L’atrio è scandito da pilastri rettangolari rivestiti con lastre di pietra lucidata. I corpi illuminanti sono inseriti all’interno di elementi modulari in vetro che si accostano alla struttura portante creando due rette luminose che accompagnano la fuga prospettica dell’ambiente. A soffitto trova posto un bassorilievo in bronzo di Carlo Rapp “gli Argonauti” che impreziosisce l’ambiente trovando seguito, con altri episodi di dimensioni ridotte, negli spazi limitrofi.

All’interno dell’edificio, in una sala dedicata alla memoria di Enrico Marchesi, pioniere della radiofonia italiana e primo presidente dell’Eiar, trova posto il Museo della radio e della televisione RAI. L’esposizione contiene i pezzi della collezione RAI provenienti dagli archivi. Per la maggior parte è composta da apparecchi per la registrazione e per la trasmissione sia radiofonica che televisiva.

L’angolo tra via Verdi e via Montebello rappresenta un punto nodale per l’articolazione volumetrica dell’edificio. Il prospetto principale poggia su di un volume compatto a una elevazione, rivestito in pietra grigia, che ribatte il filo stradale dell’isolato, al di sopra di questo il prospetto su via Montebello arretra con la superficie compatta interamente cieca e rivestita di materiali pregiati. Similmente al prospetto principale, un intreccio di fasce viola segna l’edificio, creando una sorta di separazione tra la porzione d’angolo leggermente estroflessa e il resto del volume.

 

Testo di Luciano Antonino Scuderi
Foto di Simone Mizzotti