Atlante architettura contemporanea Home

Santuario di San Pio da Pietrelcina

Luogo: San Giovanni Rotondo (FG), Piazzale Santa Maria delle Grazie
Autore: Renzo Piano Building Workshop (Giorgio Grandi, Vittorio Grassi; coll. Kennet Fraser, Vittorio Di Turi, Michael Palmore, Claudio Manfreddo, Milly Rossato, Shunji Ishida, Lorraine Lin, Domenico Magnano, Paolo Bodega, Eileen Fitzgerald, Susanna Scarabicchi, Dante Cavagna, Stefano Rossi); Ove Arup & Partners, Favero & Milan (strutture); Müller BBM, Emilio Trabella, Studio Ambiente, Piero Castiglioni (consulenti)
Cronologia: 1991 | 2004
Itinerario: Spazio sacro e memoria
Uso: edificio per il culto

A San Giovanni Rotondo in provincia di Foggia, sorge la chiesa del pellegrinaggio di Padre Pio firmata dallo studio Renzo Piano Building Workshop. 

La Provincia dei Frati Minori Cappuccini di Foggia commissionò a Renzo Piano la realizzazione di una chiesa che fosse in grado di accogliere l’elevato numero di devoti che, ieri come oggi, accorrono numerosi per visitare la casa di Padre Pio da Pietralcina. 

La nuova chiesa, dal design innovativo, una tra le più grandi d’Europa, è stata costruita adiacente al monastero ed i lavori di realizzazione hanno previsto due fasi: la prima; dal 1999 al 1996 e la seconda dal 1997 al 2004.  La chiesa del pellegrinaggio di Padre Pio, ha il primato di essere il primo edificio sacro su cui ha lavorato Renzo Piano. 

Renzo Piano optò per una pianta dalla forma simile alla sezione di una conchiglia, di distribuire l’edificio su due piani. Lo spazio viene organizzato partendo da un pilastro centrale che si apre a ventaglio sui due livelli. Il piano inferiore, è ripartito in archi che delimitano i vari ambienti. Il piano superiore, invece, è organizzato in tre grandi sezioni, sostenute da 22 archi convergenti verso il pilastro centrale, al centro della chiesa, punto dove sorge l’altare maggiore. Le navate interne sono tre, ma, al contrario delle chiese tradizionali, sono semicircolari come in un teatro greco. Per la costruzione dell’edificio è stata interamente impiegata la pietra locale, la pietra beige di Apricena, per creare continuità con la costruzione locale, con la precedente chiesa e con lo stesso monastero. Con tale pietra sono stati realizzati gli archi, gli arredi liturgici e le pavimentazioni dell’aula e del sagrato 

I 22 archi portanti sono allineati su due file, secondo uno schema a raggiera che scorre verso l’esterno dall’altare. Gli archi sostengono la struttura secondaria dei pannelli in legno del sottotetto, fissati su serie di puntoni in acciaio. Ogni parte strutturale sembra autonoma dal resto, tanto che le arcate sembrano liberarsi nel vuoto e la copertura del sottotetto sembra fluttuare. La copertura in legno, che ricopre uniformemente l’intero complesso come una calotta. La scelta di creare una così ariosa struttura interna non aderisce solo a precise scelte estetiche, affini ad un luogo di pace e raccoglimento come questo, ma soddisfa anche le esigenze di sicurezza. La chiesa dedicata a Padre Pio sorge su una zona interessata da intensa un’attività sismica, per tale motivo si sono adottate innovative soluzioni strutturali per far fronte a tale problematicità. 

Il progetto ha tenuto conto del grande afflusso di pellegrini prevedendo un ampio e funzionale sagrato squadrata, in discesa, antistante l’ingresso, dotato di un altare mobile per permette le celebrazioni all’aperto. Il sagrato è delimitato, da un lato; da 12 fontane a velo (che simboleggia il Giordano), e dagli ulivi che si stagliano dalla pavimentazione. Dall’altro lato, dalla grande croce, in pietra di Apricena, alta 40 metri, e dal muro-campanile, che ospita 12 campane. 

La chiesa è uno scrigno di opere contemporanee tra esse; il portale bronzeo dell’artista, esponente della Transavanguardia, Mimmo Paladino. Nel battente di sinistra, emerge a rilievo aggettante la figura di Abramo circondato da stelle e granelli di sabbia. A destra, il battente con Cristo. Accanto, sempre all’esterno dell’aula liturgica, si trova il fonte battesimale, costituito da una vasca ottagonale in pietra di Apricena, per l’immersione totale del battezzando. 

L’ingresso del santuario, si presenta al fedele con due archi in pietra. Una grande vetrata occupa quello maggiore: i suoi motivi, tratti dall’arazzo medievale francese di Angers, raccontano in 84 pannelli; l’Apocalisse di San Giovanni. Quello minore è, invece, l’ingresso vero e proprio. L’edificio sacro presenta una struttura caratterizzata da una grande copertura realizzata in rame, pre-patinato, con la sua caratteristica patina verde. Le superfici arrotondate del tetto seguono la spinta a spirale della struttura e si appoggiano leggermente l’una sull’altra, lasciando filtrare la luce solare verso l’interno. 

Foto di Roberto Boccaccino
Testo di Marta Leteo