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Chiesa Sacra Famiglia

Luogo: Genova, quartiere Staglieno, via Bobbio, 21
Autore: Ludovico Quaroni con Andrea Mor, Angelo Sibilla; Gian Paolo Nannelli (strutture); Edoardo Franchini (opere in ferro)
Cronologia: 1956 | 1959
Itinerario: Spazio sacro e memoria
Uso: Chiesa

La chiesa della Sacra Famiglia situata nel Quartiere Staglieno di Genova si colloca all’interno di un programma di opere a servizio di zone della città in cui la pressione abitativa aumenta fortemente a partire dai primi anni Cinquanta. Il lotto destinato ad ospitare la chiesa, definito già nel 1949, ha caratteristiche molto particolari che ne rendono difficile la gestione, si tratta infatti di una superficie abbastanza ridotta, collocata a ridosso di un muro di contenimento alto sedici metri. Sui restanti tre lati sorgono due blocchi residenziali e una scuola. La vicenda della costruzione segue fin dall’inizio un iter molto complesso caratterizzato da continui arresti dovuti alla mancanza di fondi. Nel 1956, dopo varie modifiche l’incarico passa ai giovani architetti

L’idea di progetto concepita da Quaroni con i due progettisti, molto più giovani di lui, subirà numerose modifiche in corso di realizzazione e, pur mantenendo inalterata gran parte degli elementi del progetto primigenio, resterà sostanzialmente incompiuta. L’edificio è costituito da due elementi: l’imponente torre campanaria alla quale è affidato anche il ruolo di elemento distributivo e un blocco più basso che contiene l’aula e gli ambienti per le altre attività della parrocchia.

La posizione e le caratteristiche morfologiche del sito, pongono due ordini di problemi ai progettisti. Il primo è la visibilità dell’edificio, soffocato dalle alte costruzioni che lo circondano, il secondo, la connessione di tre diversi livelli da cui la chiesa deve essere facilmente raggiungibile. La soluzione di entrambe le questioni è risolta con la realizzazione di un grande blocco parallelepipedo a base quadrata che si impone sulla via Bobbio con una altezza superiore rispetto agli edifici circostanti, enfatizzato dalla presenza di una grata metallica a foggia di croce, realizzata dallo scultore Edoardo Franchini su disegno dei progettisti, dietro la quale sono alloggiate le campane. Il volume ospita inoltre gli accessi da via Bobbio, raggiungibile grazie a una rampa di scale da via Chiappazzo, limitrofa al grande muro di contenimento e più alta rispetto alla precedente di oltre sei metri e, grazie ad una passerella aerea, da via Montaldo, che scorre al di sopra del muro di contenimento con una altezza di sedici metri rispetto al sedime dell’edificio.

L’organizzazione degli accessi collocati a quote differenti è valsa all’edificio importanti riconoscimenti, legati anche alla felice soluzione di confronto con il contesto circostante. L’originale idea progettuale prevedeva soluzioni differenti, in particolar modo per l’immagine esterna dell’edificio: il volume doveva essere totalmente rivestito in lastre di pietra nera, la copertura avrebbe dovuto essere realizzata in metallo e collegata staccata dall’edificio. Richieste della committenza hanno costretto i progettisti a cambiare i materiali della copertura realizzata in calcestruzzo armato, mantenendo la separazione dall’edificio, oggi occultata dall’inserimento di infissi in alluminio. La carenza di fondi ha impedito la realizzazione del rivestimento in pietra.

L’aula si sviluppa longitudinalmente parallelamente rispetto al muro di contenimento, il volume è articolato su quattro piani che ospitano rispettivamente al piano terrà dei saloni di servizio, al primo e al secondo piano l’aula a doppia altezza con galleria e al terzo una foresteria e la casa canonica, il presbiterio è collocato sul lato opposto rispetto alla torre campanaria e leggermente svettante rispetto al resto dell’edificio.

L’aula ha forma rettangolare leggermente estroflessa nel punto mediano del presbiterio, l’articolazione spaziale è scandita da altimetrie differenziate per le aree funzionali. L’ambiente  è definito dall’illuminazione naturale proveniente dall’alto grazie a tagli che staccano la copertura dalle pareti laterali. Il pavimento è leggermente inclinato in salita verso il presbiterio, l’altare è posto di un piano rialzato da otto gradini, che corrisponde all’aumento di altezza del soffitto.

L’aula è suddivisa su due livelli, grazie alla realizzazione di una galleria per aumentare i posti destinati ai fedeli. La zona della galleria è raggiungibile direttamente dall’accesso mediano, l’ingresso principale raggiungibile da via Bobbio, è posto lateralmente, in asse con l’altare sul fronte dell’ingresso è collocato in fonte battesimale.

Alla navata principale è affiancata, sul lato sinistro, una navata laterale articolata su due livelli queste sono separate da un pilastro al piano dell’aula e da finestre esagonali al piano della galleria.
Il cambiamento delle esigenze e la necessità di nuovi spazi ha portato alla chiusura delle finestre esagonali di cui permane la traccia e le opere in ferro per la protezione dei fedeli.

Foto di Allegra Martin
Testo di Luciano Antonino Scuderi