Complesso scolastico Don Giussani

Luogo: Ascoli Piceno, Monticelli, Via dei Narcisi, 2

Autore: Luigi Pellegrin, Dario Mascellani (Strutture), A. Secchiello (Impianti)

Cronologia: 1979 | 1985
Itinerario: Progettare il mutamento

Uso: Istituto scolastico

L’istituto scolastico progettato da Luigi Pellegrin è il risultato di un appalto-concorso, bandito nel 1979. La scuola costituisce parte dei servizi del quartiere Monticelli sviluppatosi negli anni Ottanta alla periferia est di Ascoli Piceno. Il lotto destinato alla scuola si trova in un’area residenziale densamente popolata ma ricca di spazi verdi e dalla forte connotazione paesaggistica. Le richieste del concorso inserivano due criteri fondamentali per la realizzazione dell’opera: il primo, che l’edificio contenesse la scuola materna e tre classi elementari al fine di agevolare la socializzazione tra studenti di diverse età e il secondo, che la progettazione fosse incentrata su criteri di risparmio e ottimizzazione delle risorse energetiche.

Pellegrin interpreta la richiesta di ottimizzare le risorse energetiche sfruttando la massimo la distribuzione dell’edificio in relazione all’orientamento utilizzato. I due blocchi funzionali (materna ed elementare) sono distribuiti all’interno di un edificio unico suddiviso in due blocchi di forma quadrangolare, leggermente sfalsati sia in pianta che in alzato. Sfruttando il dislivello del terreno, il blocco materna è costruito al livello più basso con le aule esposte a sud, il fronte nord del blocco materna è protetto dalla presenza del blocco elementari, connesso con il primo grazie a uno spazio porticato disposto al di sotto di una serra.  Originariamente una serra simile rivestiva il fronte del blocco elementari, rimossa successivamente per problemi di gestione degli impianti.

Oltre all’organizzazione degli spazi interni e all’esposizione dell’edificio, l’innovazione tecnologica proposta, per ottemperare alle richieste del bando, è la realizzazione di grandi serre abitabili, disposte sul fronte sud dei due blocchi. Gli elementi inclinati, realizzati con una struttura metallica, sono concepiti in modo tale da svolgere simultaneamente diverse funzioni: in primo luogo sfruttare al massimo il potere dell’irraggiamento solare, in secondo luogo sorreggere dei pannelli solari per la produzione dell’energia elettrica e in ultimo consentire il confort termico e il ricambio d’aria in estate, essendo dotati di sistemi di schermatura ad alette in metallo e di infissi con ante apribili.

Le serre di diverse dimensioni costituiscono uno spazio di filtro e di distribuzione tra gli accessi all’edificio e le aule. L’utilizzo di elementi metallici smaltati e vetro e di altri elementi tecnologici come i pannelli solari è organizzato con una strategia progettuale che conferisce all’edificio una connotazione specifica all’interno del contesto urbano e naturalistico.

L’utilizzo di colori accesi, sia per gli elementi che costituiscono le serre sia per le strutture interne dell’edificio, concorre nella formazione di un’immagine che ammorbidisce l’impianto di forte impronta tecnologica rendendolo quasi uno spazio fantastico adatto alla fruizione di bambini di diverse età.

All’interno del blocco elementari è previsto un grande spazio adibito a portico interno distribuito su due livelli. Il portico rappresenta una sorta di piazza coperta, illuminata dalla serra in facciata e da un lucernaio disposto a tetto, anch’esso realizzato con la duplice funzione di sorreggere dei pannelli solari e veicolare la luce naturale all’interno dell’edificio.

In corrispondenza del fronte nord dell’edificio trovano posto palestra, mensa e auditorium. La palestra e la mensa in particolare sono ambienti a tutta altezza illuminati dall’alto da lucernari in modo da ridurre al massimo la dispersione termica degli infissi.

La sperimentazione in campo tecnologico è spesso presente nell’attività dell’architetto, il quale realizza numerosi edifici scolastici affrontando diversi temi legati alle esigenze dei differenti gradi di formazione. In particolare gli accorgimenti utilizzati ad Ascoli sono già sperimentati in una scuola realizzata precedentemente a Vicenza (R. Pedio 1985)

Foto di Luca Girardini – Marco Zorzanello
Testo di Luciano Antonino Scuderi