Luogo: Sant’Agata li Battiati (CT), via Roma, 59
Autore: Ettore Paternò
Cronologia: anni Sessanta
Itinerario: I Giardini del passato prossimo
Il giardino Paternò del Toscano è un parco botanico di circa 3 ettari ideato da Ettore Paternò che aveva acquistato il terreno dopo la guerra e dove, a partire dagli anni Sessanta del secolo scorso, aveva iniziato a sperimentare la possibilità di coltivare vegetazione sub-tropicale.
Pur non avendo una formazione accademica in botanica, egli si era dedicato, nel corso della sua vita, allo studio delle piante e alla progettazione di giardini.
Autodefinito “appassionato giardiniere”, Paternò del Toscano iniziò realizzando giardini per amici, fino a diventare l’ideatore di sessanta giardini, tra cui quelli per i villaggi Valtur in Sicilia, Calabria e Puglia, oltre a interventi a Roma, Capri e Lugano. Il paesaggista catanese fu membro attivo dell’Associazione Italiana degli Architetti del Paesaggio e nel 2010 vinse il prestigioso Premio “Pietro Porcinai”.
Il giardino Paternò si sviluppa in un sistema di terrazzamenti asimmetrici che digradano dalla residenza, configurandosi come un giardino roccioso immerso tra agrumeti, vigneti e il bosco spontaneo dell’Etna, composto da roverelle, lecci, terebinti e altre specie autoctone.
Il terreno lavico roccioso è stato modellato per creare un intreccio di ambienti mediterranei, africani, americani e australiani. Nel parco crescono piante provenienti da tutto il mondo, come l’Oreopanax peltatum del Nord America e Messico, la Chorisia speciosa del Sud America, la Dracaena draco delle isole Canarie e di Capo Verde, insieme a specie introdotte direttamente da Paternò, come il Brachychiton rupestris dall’Australia. La collezione di palme comprende 42 varietà, dalle più comuni Chamaerops humilis alle più rare Phoenix rupicola (India) e Trithrinax campestris (Argentina e Uruguay).
Il giardino si articola in due aree principali: una prima, caratterizzata da una vegetazione tropicale, con numerose specie esotiche provenienti da Messico, Capo Verde, Canarie, Australia, India, Brasile, Africa e altre zone subtropicali; una seconda, dove domina la flora tipica del bosco dell’Etna, sviluppatosi sulle rocce laviche, con roverelle, lecci, bagolari, alloro, pistacchio, carrubo, mirto, varie yucche, felci e fichi d’India, etc.
Nel giardino sono presenti anche piante rare e a rischio di estinzione, tutelate dalla Convenzione di Washington.
Nel 2022 la Famiglia Paternò del Toscano, in memoria di Ettore, ha deciso di creare un Parco urbano aperto al pubblico nel 2025.