Luogo: Assisi (PG), via degli Ancajani, 3
Autore: Giovanni Astengo; Giulio Pizzetti (strutture)
Cronologia: 1960 | 1963
Itinerario: Costruire sul costruito
Uso: Struttura ricettiva
L’edificio per l’accoglienza costituisce uno degli ultimi tasselli di un più ampio progetto voluto da Don Giovanni Rossi, ispiratore e fondatore dell’Associazione della Pro Civitate Christiana di Assisi. La “cittadella” è composta da diverse strutture realizzate tra gli anni Trenta e Cinquanta del Novecento, nel 1960 l’incarico per la realizzazione dei nuovi spazi per l’accoglienza è affidato all’architetto torinese Giovanni Astengo, già attivo sul territorio umbro in veste di urbanista per la redazione di diversi piani per la città.
Il nuovo edificio si attesta su di un fabbricato esistente di cui gli strumenti urbanistici attuativi (Piano particolareggiato del 1958) riconoscevano un valore soltanto ad alcune parti del fronte su strada.
Il progetto di Astengo è realizzato in conformità a studi approfonditi realizzati dallo stesso per la redazione del Piano Regolatore della città. La scelta di intervenire su un edificio esistente, mantenendo le parti ritenute di valore e sostituendo le parti di scarso interesse storico documentale con una nuova costruzione dal linguaggio contemporaneo e sfruttando al massimo le potenzialità dei materiali locali, gli varrà il conferimento del premio InArch per la regione Umbria del 1964 (B. Dolcetta, M. Maguolo, A. Marin, 2015).
Il progetto prevede l’occupazione di tutta l’area assegnata per la realizzazione del complesso di servizi che ospiterà due grandi refettori, il dormitorio e tutti i servizi connessi alle esigenze legate all’ospitalità. Il dislivello tra le due vie che definiscono il lotto all’interno del quale si articola l’edificio, è utilizzato per la realizzazione di blocchi edilizi sistemati a diverse altezze. Lo spazio aperto si articola con un sistema di terrazze che consente di minimizzare l’impatto visivo del nuovo intervento sia dalla strada a valle sia dal percorso a monte.
Particolare attenzione è dedicata a tutti gli elementi di finitura, come intonaci e rivestimenti. Attraverso questi elementi il progettista ottiene un risultato dal linguaggio contemporaneo perfettamente armonizzato con il contesto storico consolidato e fortemente connotato della città di Assisi.
All’attenta distribuzione dei volumi costruiti all’interno del lotto è associata una altrettanto raffinata ricerca dei materiali utili a rendere le superfici sia interne che esterne parte del programma di integrazione con il contesto in cui l’edificio si inserisce. Alle pareti vetrate si alternano pareti piene, realizzate con blocchi di graniglia di cemento: l’elemento tecnologico diventa quindi la tessitura caratterizzante delle superfici piene che si compongono attraverso diversi motivi geometrici.
Astengo realizza grandi superfici vetrate per sfruttare al massimo l’illuminazione naturale, in considerazione del fatto che i grandi ambienti del refettorio sono ciechi su due lati. Gli spazi esterni contribuiscono alla complessa articolazione dell’edificio, costituendo parte integrante dello schema funzionale. Una pergola in legno, disposta tra il refettorio e i dormitori, svolge la duplice funzione di riparare dal sole e dalla pioggia.
Il grande refettorio oggi utilizzato come sala conferenze è frutto della collaborazione con Giulio Pizzetti, strutturista anch’egli di origini torinesi, che prende parte al progetto per la progettazione delle strutture in calcestruzzo armato. Il refettorio superiore è un ambiente a doppia altezza. A differenza del refettorio inferiore, la lunghezza complessiva della sala, di oltre ventidue metri, è lasciata libera e risolta con cinque grandi travi sagomate che sorreggono il solaio.
Le pareti interne sono realizzate in blocchi prefabbricati di graniglia di cemento. Gli elementi di forma quadrata presentano una specchiatura centrale che conferisce una connotazione grafica alle pareti, posta in dialogo con la ruvidità del soffitto in cemento a faccia vista e con elementi dai toni più caldi come il pavimento e le tramezzature, realizzate in doghe di legno.
Il volume del dormitorio è caratterizzato dalla preesistenza antica, che diventa tema progettuale. Astengo, avendo personalmente redatto le norme del Piano particolareggiato, realizza quasi un’esemplificazione pratica della normativa imposta. Attesta la nuova costruzione sulla preesistenza, distinguendo in modo netto linguaggio e materiali. Le originarie aperture sono chiuse da un vetro traslucido e all’esterno è posta una grata. Il nuovo volume, ai piani superiori, dove trovano posto le camere del dormitorio, segue una scansione ritmata di moduli che alternano pieni, realizzati con elementi prefabbricati in cemento e ceramica, e vuoti, dove s’inseriscono gli infissi.
Anche il prospetto a valle della porzione di edificio dedicata al dormitorio è realizzato in blocchetti prefabbricati, di dimensioni ridotte rispetto a quelli degli spazi comuni. I blocchetti, in questo caso a tutto spessore, sono composti a formare un motivo geometrico, all’interno del quale elementi di egual misura in vetrocemento consentono la creazione di vuoti ritmati, garantendo l’ingresso della luce naturale.
Le stanze del dormitorio sono scandite da una dimensione modulare, perfettamente leggibile anche dal prospetto sul fronte strada. La dimensione in facciata, infatti, corrisponde esattamente all’insieme di tre moduli, uno dei quali occupato da un’apertura a tutta altezza.