Luogo: Roma (RM), località Spinaceto, Via Raffaele Aversa, 44
Autore: Julio Garcia Lafuente, Gaetano Rebecchini
Cronologia: 1975 | 1979
Itinerario: Spazio sacro e memoria
Uso: Edificio per il culto
La Parrocchia di San Giovanni Evangelista fu istituita nel 1969 nel quartiere romano di Spinaceto, il primo quartiere a entrare nella fase di attuazione tra quelli previsti dal PEEP (Piano per l’Edilizia Economica e Popolare) in esecuzione della legge 167/1962. Nel 1974 la gestione della Parrocchia venne affidata alla Famiglia dell’Amore Misericordioso, fondata da Madre Speranza, la cui sede principale è a Collevalenza (TR), Così come per il Santuario costruito nella città umbra, anche in questo caso, nel 1975, l’incarico per la realizzazione della nuova Chiesa del quartiere di Spinaceto fu affidato a Julio Lafuente. L’architetto spagnolo, in collaborazione con l’ing. Gaetano Rebecchini, progettò un edificio che, per molti aspetti, si poneva in diretta continuità con il Santuario di Collevanza, in particolare per quanto riguarda l’impianto tipologico ed alcune soluzioni architettoniche e distributive. Qui, come a Collevalenza, l’uso del cerchio quale elemento generatore dell’intero complesso richiama alla mente la simbologia delle onde che si propagano nel mondo a immagine della parola di Cristo, così come l’utilizzo di materiali del luogo, quali i blocchetti di tufo facciavista, si ricollega all’impiego di cilindri in mattoni che caratterizza l’impianto strutturale del Santuario di Collevalenza.
Il percorso di accesso alla chiesa è coperto da una lunga pensilina poggiante su pilastri in blocchetti di tufo facciavista: un “nastro” continuo che conduce all’ingresso del tempio, a sua volta coperto da una grande pensilina fortemente aggettante. Lungo questo percorso è possibile osservare la composizione architettonica della Chiesa, costituita dai grandi volumi tronco-conici dei cilindri che compongono la parte perimetrale dell’edificio, i quali concorrono a definire un’interessante sequenza di vuoti e di pieni, già sperimentata da Lafuente in alcune precedenti realizzazioni.
La chiesa ha uno sviluppo orizzontale, quasi a volersi mimetizzare all’interno del quartiere: una presenta discreta, esito anche della sistemazione a verde delle aree esterne, che rende il complesso ecclesiastico ben integrato all’interno del sistema paesaggistico dei luoghi.
Come per Collevalenza, l’elemento distintivo della Chiesa è il campanile, che s’innalza sulla copertura alquanto articolata del tempio, ed è costituito da un cilindro aperto nella parte anteriore per accogliere tre campane, agganciate a diverse altezze, a dei montanti in ferro poggianti su mensole laterali. Un semplice gioco di altezze variabili delle pareti cilindriche che formano il perimetro dei vari ambienti della chiesa conferisce alla costruzione un interessante movimento verticale delle facciate, ognuna diversa dalle altre.
La chiesa a pianta centrale, priva di transetto, è delimitata da pareti cilindriche di diverso diametro, concave e convesse, che con il loro andamento sinuoso esaltano l’idea del cerchio quale elemento generatore del tempio. Interessante è l’apparecchiatura dei setti murari, realizzata con blocchetti di tufo facciavista disposti a corsi regolari, secondo diverse tessiture: circolari, ad arco o a spina di pesce.
La copertura dell’aula della chiesa è costituita da una soletta in calcestruzzo facciavista, sagomata secondo il perimetro sinuoso delle pareti; in corrispondenza dell’attacco del tetto alla linea esterna dei cilindri perimetrali sono state realizzate, nella copertura, delle ampie lunette orizzontali in vetrocemento, attraverso le quali filtra la luce naturale che illumina la chiesa. Questi contrasti di luminosità e il gioco di luce e ombra rafforzano la percezione visiva dello spazio, creando una gradazione di chiaroscuri che accentua l’andamento sinuoso del perimetro della chiesa.
L’area presbiteriale è rialzata rispetto al piano di calpestio dell’aula ed è contenuta all’interno del cilindro absidale, al centro del quale è collocato un crocifisso ligneo. L’altare, l’ambone e la cattedra sono tutti realizzati in marmo bianco, mentre il tabernacolo è collocato sopra una colonna posta all’interno di un cilindro, situato in continuità tra l’area presbiteriale e una seconda aula, più piccola, anch’essa destinata a funzioni religiose.
Accanto alla zona presbiteriale e in continuità con la stessa, è situato il fonte battesimale. Realizzato in marmo bianco, questo è collocato all’interno di un’area circolare “incassata” rispetto al piano della chiesa, a voler simboleggiare il rito cristiano dell’“l’immersione” come “porta della fede”. Interessante è la copertura a vela del cilindro che contiene il battistero, la quale lungo tre lati, presenta delle aperture in vetrocemento, che permettono l’illuminazione naturale dell’ambiente sottostante, creando un particolare gioco di chiaroscuri.