Luogo: Reggio Calabria, lungomare nord, Via Giunchi
Autore: Pier Luigi Nervi (Progetto di massima), Elisa La Face, Fratelli Ziparo (studio associato)
Cronologia: 1960 | 1967
Uso: Stabilimento Balneare
Il lido comunale di Reggio Calabria, intitolato al fondatore: ammiraglio Giuseppe Genoese Zerbi, è collocato all’estremità nord del lungomare cittadino. Il progetto di rinnovamento del lido comunale prende le mosse nei primi anni Sessanta dall’esigenza di realizzare una struttura capiente e tecnologicamente avanzata, capace di sopportare la pressione turistica di uno dei siti balneari più frequentati della regione. Il progetto si pone in continuità con gli interventi intrapresi, fin dai primi decenni del Novecento, per la sistemazione del lungomare cittadino e viene affidato direttamente al noto ingegnere Pier Luigi Nervi, in quanto rappresentante del progresso nel campo delle costruzioni.
Le previsioni dell’amministrazione comunale sono molto ambiziose: si richiede a Nervi di dislocare nell’area destinata alle attrezzature per la balneazione anche degli impianti sportivi utilizzabili in inverno, un cinema-teatro con copertura apribile e due ristoranti con bar e dancing. Il progetto preliminare redatto dall’ingegnere prevede l’inserimento di tutte le attività richieste disposte lungo un nastro dedicato alle cabine, la cui copertura costituisce una passeggiata-giardino parallela al lungomare. Elemento centrale è una torre circolare svettante, con tre livelli di elevazione, che contiene il ristorante-bar. La lentezza dei processi decisionali relativi al progetto, fa sì che la soluzione così concepita sia ritenuta eccessivamente costosa. Il piano di interventi, verrà quindi notevolmente ridimensionato dall’amministrazione committente per mancanza di disponibilità economica. Saranno realizzate soltanto le cabine e la torre ristorante.
Le continue modifiche da apportare al progetto portarono l’amministrazione e lo stesso Nervi ad affidarne l’esecuzione finale allo studio reggino La Face Ziparo, che lavorerà con la parziale supervisione dello stesso ingegnere. Il progetto, seppur molto ridimensionato, mantiene gli elementi fondamentali definiti da Nervi. Sia le cabine che la torre saranno realizzati rispettando i disegni del progetto preliminare.
Le continue modifiche da apportare al progetto portarono l’amministrazione e lo stesso Nervi ad affidarne l’esecuzione finale allo studio reggino La Face Ziparo, che lavorerà con la parziale supervisione dello stesso ingegnere. Il progetto, seppur molto ridimensionato, mantiene gli elementi fondamentali definiti da Nervi. Sia le cabine che la torre saranno realizzati rispettando i disegni del progetto preliminare.
La torre ristorante svetta per due elevazioni dal piano di copertura delle cabine, disposta alla quota del lungomare, è raggiungibile direttamente dal lungomare grazie ad una passerella aerea. Il volume poligonale, conosciuto con il nome di “Torre Nervi”, è realizzato in cemento armato. I due piani al di sopra della passerella ospitavano un bar nella parte inferiore e un dancing ristorante al piano superiore, leggermente aggettante rispetto ai piani inferiori. I dodici lati del poligono sono scanditi da lamelle in metallo a sezione trapezia smaltate di bianco.
L’interno della torre è un’ambiente unico vetrato su tutti i lati, che consente una vista panoramica sullo stretto di Messina e il diretto contatto con l’esterno a trecentosessanta gradi: l’ultimo livello presenta infatti ampie finestre rettangolari nel numero di cinque per ogni lato del poligono, con infissi apribili a vasistas. In virtù del più ampio sviluppo planimetrico del terzo livello, consentito dalla soletta in aggetto, nella parte centrale è ricavato un piccolo giardino interno.
Il nastro delle cabine si sviluppa dall’estremo nord, definito dal torrente dell’Annunziata, con andamento sinuoso, seguendo la sagoma della costa. Le cabine sono disposte su due fronti con doppio ordine servito da un ballatoio continuo. Al piano delle cabine si accede dalla quota della copertura calpestabile. Il piano, così concepito, costituisce una passeggiata sul mare raggiungibile dalla strada ma da questa schermata grazie a un filare di pini.
Le tre quote sono collegate da rampe di scale distribuite lungo lo svolgimento del nastro edilizio occupato dalle cabine.
Il complesso, così come concepito nella sua conformazione iniziale, rappresenta un progetto avanguardistico in ambito nazionale, sia dal punto di vista funzionale, prevedendo la compresenza di diversi servizi fruibili durante tutte le stagioni, sia dal punto di vista formale. Nonostante la realizzazione solo parziale, che ha compromesso l’articolazione dello sviluppo spaziale, la soluzione finale presenta elementi di estremo interesse, quali la valenza urbana del sistema edificato, conseguita grazie allo sviluppo di un volume uniforme nelle dimensioni e articolato nella dislocazione, che costituisce l’elemento di connessione tra il centro abitato e l’arenile.
La passeggiata a quota strada, con la possibilità di accesso al bar-ristorante ospitato nella torre, e l’articolazione di spazi verdi alla quota dell’arenile, seppure in misura ridotta rispetto al piano funzionale inizialmente progettato, consentono un utilizzo del sistema non limitato al periodo estivo e alle funzioni legate alla balneazione.