Luogo: Menfi (AG), piazza Vittorio Emanuele
Autore: Gregotti Associati (Augusto Cagnardi, Vittorio Gregotti, Michele Reginaldi); Mauro Galantino, Piero Carlucci, Agostino Cangemi, Cristina Calligaris (collaboratori); Antonio Cangemi Leto (strutture); Serena Bavastrelli, Mario Bonicelli, Bernardo Percassi, Luca Zigrino (collaboratori)
Cronologia: 1984 | 2001
Itinerario: Incontrarsi in città Costruire sul costruito
Uso: Piazza; Luogo di culto
Il progetto di piazza Vittorio Emanuele, realizzato a cura di Gregotti, a seguito del terremoto del Belice che nel 1968 ha portato alla distruzione della Torre del XII secolo e della chiesa Madre del XVII-XVIII secolo. Il progetto ha dunque richiesto un’attenta analisi della preesistenza costituita non solo dai resti degli edifici distrutti da valorizzare, ma anche dalla presenza dell’antico Palazzo comunale, nonché di Palazzo Pignatelli. Il nuovo intervento ricompone la piazza ricalcandone i margini strappati dal terremoto e mettendo a sistema tutte le testimonianze del passato, che vengono restaurate con criterio filologico ed integrate nel nuovo con alcuni accorgimenti progettuali.
La piazza si trova nel cuore della cittadina e rappresenta uno squarcio nella rigida scacchiera di assi viari regolari ed edilizia minuta.
La nuova chiesa è un volume rigido e pieno, rivestito in laterizio in cui i vuoti realizzati per sottrazione dal volume puro sono resi evidenti da elementi in pietra puntuali o lineari.
I vuoti corrispondono agli accessi, agli spazi di copertura fruibili oppure a testimonianze del passato.
L’altro volume progettato sulla piazza, che ricalca le orme della torre federiciana, accoglie ed esibisce i resti della preesistenza, valorizzandoli e proteggendoli dalle intemperie all’interno di vuoti detratti dal volume principale.
Nella nuova chiesa la valorizzazione dei resti del vecchio manufatto è stata resa possibile sia all’interno che all’esterno da un accorgimento progettuale: la rotazione di 90° dell’asse liturgico. Questo ha consentito di inglobare i resti della navata all’interno dell’attuale abside, consentendo di garantire allo stesso tempo la lettura delle stratificazioni del tempo e la funzionalità al momento attuale.
Nello spazio interno si possono scorgere particolari ed intersezioni tra vecchio e nuovo in cui le antiche strutture supportano quelle moderne.
Lo spazio interno della nuova chiesa è articolato in un’unica navata, dove la luce ed una particolare spazialità su tre altezze – singola, doppia e tripla – accompagnano lo sguardo verso l’altare e conferiscono una sensazione di allargamento e apertura.