Parco Scientifico Tecnologico Polaris

Luogo: Pula (CA), Piscina Menna

Autore: Gregotti Associati (Augusto Cagrandi, Pierluigi Cerri, Vittorio Gregotti, Michele Reginaldi);  Spartaco Azzola, Carlo Argiolas, Piero Porcedda, Tomaso Macchi Cassia, Giuseppe Agata Giannoccari, Paolo Armellini, Britta Bossel, Carlotta Garetti, Barbara Macedo, Federico Pace, Carlo Vedovello (collabroatori)

Cronologia: 1993 | 2009

Uso: centro ricerche formazione

Itinerario: Nuove architetture per la nuova società

Il parco scientifico e tecnologico Polaris, è un progetto finanziato dalla Regione autonoma della Sardegna e dall’Unione Europea, e promosso dal Consorzio Ventuno. Si trova a Pula nel parco naturale situato ai piedi del massiccio del Sulcis di 160 ettari occupando con i suoi edifici occupa solo il 3% della superficie totale. Il progetto prevede la realizzazione di dieci edifici di cui ad oggi ne sono stati realizzati solo cinque, attestati sul versante meridionale della valle ossia i laboratori tecnologie ICT (edificio 1); il centro servizi; i laboratori di biotecnologia; i laboratori di farmacologia; l’edificio per l’ingresso e l’accoglienza al parco.

Gli edifici sono posti lungo il pendio non seguendo le curve di livello ma disponendosi, ciascuno nella propria posizione lungo la linea di pendenza, questo evidenzia l’intenzione di rendere riconoscibile ma non eccessivo il segno architettonico tracciato. I collegamenti avvengono attraverso un doppio anello di percorsi uno a quota inferiore, molto vicino l’alveo del torrente destinato al traffico veicolare, l’altro superiore per i pedoni diventa una passeggiata nel bosco.

La conformazione degli edifici suggerita dalla topografia è pensata su forme semplici quale il rettangolo, il triangolo e la combinazione di entrambe, la simmetria con cui vengono realizzati permette di ottenere corti interne.

La struttura portante in cemento armato è tamponata con pannelli strutturali in graniglia di granito.

Gli interni appaiono luminosi e ampi grazie sia al sistema di aperture anche poste a soffitto che permettono quindi una buona illuminazione naturale sia per il trattamento delle pareti per lo più intonacate di bianco. Gli unici elementi che interrompono questa monocromaticità sono i rivestimenti in legno utilizzati per individuare sedute o per rivestire parti dei parapetti della scale o del desk.

Il centro servizi che contiene le funzioni direzionali e di rappresentanza del Consorzio Ventuno rappresenta il luogo di centralità dell’insediamento. La sua particolare forma traduce questa vocazione poiché definisce una piazza a gradoni che diviene luogo di incontro e di socialità.

Le pareti delle testate e dei corpi scala sono realizzate con pannelli strutturali in graniglia di granito, mentre le parti rimanenti della facciata mettono in evidenza la struttura portante inserendo all’interno di essa una seconda maglia di tamponatura ottenuta mediante l’utilizzo di listoni di legno fissi o orientabili.

Interessante la soluzione scelta per la scala in cui i gradini sono mensole in pietra incastrate tra il muro e la trave a ginocchio con funzione anche di parapetto.

In alcuni punti la struttura portante viene estradossata rispetto al filo del prospetto esterno diventando elemento plastico decorativo e soluzione per l’inserimento di una sorta di tettoie per proteggere le finestre dall’eccessivo irraggiamento.

I singoli edifici si integrano nella morfologia della valle rispettandone la bassa antropizzazione. Gregotti diceva che il paesaggio è il principale materiale operabile per l’architettura.

Foto di Davide Cossu
Testo di Alessandra Giancarlo