Piazza Nicholas Green

Luogo: Melicucco (RC)

Autore: Michele Cannatà, Fatima Fernandes

Cronologia: 1992 | 1995
Itinerario: Incontrarsi in città

Uso: spazio pubblico

Progetto di Michele Cannatà e Fatima Fernandes, realizzato nel 1995. La piazza si apre come una quinta in posizione tangenziale lungo via Antonio Gramsci e permette il raccordo tra le quote diverse della strada stessa e del costruito ad essa adiacente. Realizzata interamente con un unico materiale pone un segno chiaro nel tessuto urbano.

Il raccordo altimetrico è realizzato attraverso una grande scalinata in marmo. La presente vegetazione viene integrata nel progetto e ne diventa elemento fondamentale.

All’interno della composizione viene inserito un elemento vegetale posto in posizione nodale rispetto alla piazza. L’aiuola in cui è inserito l’albero si pone sulla linea tracciata a terra nella pavimentazione che congiunge la fine della scalinata da un lato con la fine del setto murario a corte della piazza, dall’altro.

Lungo il lato lungo della piazza, opposta al fronte stradale, troviamo una chiusura netta, ossia un setto che da muretto della scalinata diventa fondale della piazza. L’altezza scelta è tale da non impedire la vista di ciò che si trova dietro, ma rende comunque la sensazione di separazione e di quinta muraria. La piazza infatti si svolge tutta verso il fronte stradale.

Nela parte alta del setto sono inserite due opere di commemorazione ai caduti sul lavoro e delle guerre e una piccola apertura che diventa punto per traguardare la monoliticità del setto e per scoprire la piazza.

La scalinata assolve anche alla funzione di ingresso di un edificio scolastico rialzato rispetto la quota stradale. Anche in questo caso l’elemento architettonico avvolge ed integra la vegetazione esistente.

Testimonianza del fatto che la piazza sia pensata come una quinta aperta sul fronte strada sono la posizione della fontana e della lunga seduta, entrambi segni minimali che si rivolgono verso l’esterno.

Particolare attenzione viene posta alla posa dei materiali lapidei e all’allineamneto delle fughe che diventano in questo modo un segno grafico all’interno della neutralità della composizione.

 

Foto di Alberto Sinigaglia
Testo di Alessandra Giancarlo