RAI Sede Regionale per la Toscana

Luogo: Firenze, Verlungo, Largo Alcide de Gasperi, 1

Autore: Italo Gamberini; Antonio Bambi, Sergio Barsotti, Loris G. Macci, Luciano Peracchio, (collaboratori); Giorgio Sforzina (Strutture); Enrico Ciuti, Sauro Cavallini, Marcello Fantoni, Quinto Martini, Guido Polloni, Sergio Papucci, Annibale Oste, Anna Romano, Vnturino Venturi (opere d’arte)

Cronologia: 1962 | 1968
Itinerario: Nuove architetture per la nuova società

Uso: Centro radio – televisivo

La sede Rai di Firenze costituisce un momento molto importante nel panorama dell’applicazione di nuove tecnologie alla costruzione di edifici pubblici di tipo specialistico, in particolare dedicati alla radio televisione. La sede regionale della Toscana, segue importanti realizzazioni quali i centri di produzione di Milano, Torino, Roma e Napoli e pur non essendo un centro di produzione, contiene molteplici funzioni suddivise in diversi blocchi funzionali. Il progetto per la realizzazione del nuovo edificio, che avrebbe sostituito la storica sede di piazza Santa Maria Maggiore, in centro storico, viene affidato a Italo Gameberini professore di Elementi di Architettura presso l’ateneo fiorentino. Il progettista è coinvolto nel progetto fin dai primi passi Carlo Vigo allora direttore della sede Rai Toscana lo consulta anche per la scelta del lotto su cui realizzare la costruzione (Di Naso 2009). La complessità del progetto e l’articolazione delle funzioni vale alla nuova sede la denominazione di “Officina Radiotelevisiva di Firenze”. Proprio con questo nome, a pochi mesi dall’inaugurazione,  gli sarà dedicata una pubblicazione monografica e un articolo sulle pagine della prestigiosa rivista “l’Architettura Cronache e Storia”, diretta da Bruno Zevi.

Il complesso architettonico è situato in un lotto compreso tra la linea ferrata e gli argini dell’Arno. La composizione è determinata dai diversi blocchi funzionali ai quali sono attribuite delle specifiche caratteristiche architettoniche che li rendono riconoscibili dall’esterno. Innestati ortogonalmente a formare una L si trovano il blocco adibito agli studi radio televisivi e il blocco degli uffici. Nello spazio retrostante il cubo adibito al telecinema. Il programma architettonico prevede la manifestazione delle funzioni ospitate all’interno attraverso soluzioni tecniche e formali che consentano contestualmente di assolvere alle esigenze legate all’uso specialistico e la definizione formale di un vero e proprio brano di città. Così gli spazi per le registrazioni sono totalmente chiusi nei confronti dell’esterno, al contrario gli uffici presentano ampie finestrature. I volumi che accolgono gli ascensori sono differenziati  dal resto della struttura, rivestiti in lastre di metallo si intersecano con il volume della struttura principale.

Le superfici opache dell’edificio sono realizzate in lastre di Silipol, un materiale molto versatile realizzato con micro-sfere di materiali lapidei e cemento. La versatilità di questo materiale ha consentito al progettista di individuare una composizione specifica corrispondente ad una colorazione che ben si armonizzasse con il contesto fiorentino (S. Greco 1969).

Il blocco degli studi è quasi totalmente cieco per garantire il massimo isolamento agli ambienti adibiti alla registrazione, garantito inoltre da una doppia struttura con intercapedine interna. L’involucro esterno presenta una struttura in profilati di metallo estroversa che sostiene le grandi lastre in Silipol

L’ingresso principale è collocato in corrispondenza dell’incrocio tra i due blocchi maggiori, la sezione di prospetto questo soprastante è caratterizzata da una elaborata alternanza di superfici opache e trasparenti che individuano la porzione di volume adibito alla distribuzione. L’accesso avviene attraverso una scalinata anticipata da una pensilina realizzata in profilati di metallo. Una scultura di Quinto Martini dal titolo “le onde della radio” accoglie i visitatori in prossimità dell’entrata.

La grande scala di distribuzione è realizzata interamente in metallo, progettata sul modulo quadrato, la struttura è organizzata intorno ad un elemento centrale al quale sono innestate mensole inclinate che sostengono i pianerottoli. Il pilone centrale è ancorato a un basamento in marmo anche esso quadrato, al quale sono incastrate fioriere a vasca anch’esse realizzate in marmo su modulo quadrato differenziate per altezza e dimensioni. I parapetti sono realizzati in cristallo sagomato seguendo il taglio dei gradini e rifiniti in ottone e corrimano in legno. Ad enfatizzare la struttura della scala dei corpi illuminanti filiformi seguono le quattro facce del pilastro centrale e le mensole di sostegno dei pianerottoli per concludersi con degli elementi puntuali di forma ottagonale.

Gamberini si occupa della realizzazione di ogni dettaglio della costruzione, dal progetto del verde, ai materiali ,agli arredi interni che sono tutti disegnati e realizzati appositamente per l’edificio. Grande importanza è attribuita alle numerose opere d’arte collocate dallo stesso progettista in diversi punti dell’edificio, tutte ispirate ai temi della radio e della televisione, come ad esempio la grande scultura parabolica che trova posto  nell’atrio di ingresso, realizzata da Enrico Ciutti dal titolo “voci nello spazio”.

Il grande ambiente dello “studio prosa” posto nel blocco degli studi radiotelevisivi presenta una doppia altezza ed è provvisto di una parte rialzata alla quale si accede con due rampe di scale. I materiali utilizzati per soffitto e rivestimenti sono studiati in modo tale da consentire condizioni ottimali per l’acustica. All’ambiente è collegata una postazione regia schermata da superfici vetrate.

Gli studi radio tv, al netto degli allestimenti realizzati per le attuali programmazioni, mantengono ancora le pareti in grigliato e i binari per la movimentazione degli apparecchi illuminanti.

All’ultimo piano del blocco uffici si trovano i locali della mesa ai quali è possibile accedere internamente o esternamente grazie ad una scala metallica che collega ad un terrazzo. L’ambiente è dotato di ampie vetrate panoramiche, che consentono la vista dell’Arno, La soluzione del soffitto condensa la strategia progettuale di Gamberini il quale coniuga magistralmente esigenze tecnologico-funzionali ed estetiche. Il soffitto realizzato a piani digradanti in doghe di faggio, qualifica esteticamente lo spazio, assolvendo anche alla funzione di assorbimento dei rumori legati alle attività della mensa. Al suo interno sono inoltre integrate le componenti impiantistiche per il condizionamento e l’illuminazione. Gli arredi oggi visibili sono quelli progettati da Gamberini nel 1968.

Il passaggio esterno coperto prospiciente il piazzale d’ingresso è realizzato con profilati in metallo che sostengono una pensilina coperta con lastre di rame rigato. L’attenzione ai dettagli che informa tutto il progetto è espressa anche in questo caso attraverso lo studio degli elementi di filtro tra l’edificio e il passaggio pedonale, la fascia di protezione realizzata in corrispondenza della pavimentazione è ribattuta sulla pensilina con una fascia luminosa. Entrambi gli elementi lineari enfatizzano la fuga prospettica del percorso.

Il blocco destinato agli uffici si sviluppa per sei piani fuori terra, le stanze sono distribuite sui due fronti del blocco separate da un corridoio centrale. La superficie esterna è organizzata per fasce orizzontali che vedono alternarsi superfici trasparenti e opache. Gli infissi sono realizzati in alluminio anodizzato all’interno di questi è prevista un sistema di oscuramento con doghe orientabili.

Dalla disposizione degli ambienti ai materiali utilizzati per le finiture alle cromie scelte sia per gli interni che per gli esterni, tutto è concepito per garantire il benessere del lavoratore. L’idea di plasmare l’edificio sulle esigenze lavorative e più in generale sulle esigenze dell’utente, costituisce elemento vincente della pratica progettuale di Gamberini, sperimentata in diverse occasioni e particolarmente evidente nell’edificio rai di Firenze (Konig 1969).

Così come gli altri blocchi funzionali, le distribuzioni verticali posseggono una loro specifica connotazione, declinata grazie al sapiente utilizzo dei materiali con cui è costituito tutto il complesso. I corpi scala sono caratterizzati da volumi compatti e opachi svuotati su un solo angolo dalla presenza di finestre non schermate, i corpi ascensore, rivestiti in acciaio maiolicato  (Di Naso 2009).

Tutti i volumi che compongono il complesso sono conclusi da una copertura lievemente aggettante realizzata in lastre di rame rigate ad intervalli regolari. Proprio questi elementi mettono in evidenza, il sapiente equilibrio e l’armonia con cui Gamberini riesce a far convivere i segni verticali e orizzontali equilibrando l’impatto percettivo di edifici imponenti come l’officina radiotelevisiva di Firenze.

Foto di Simone Mizzotti
Testo di Luciano Antonino Scuderi