Luogo: Chieti, Madonna delle Piane, Via Colle dell’Ara, 21
Autore: Pepe Barbieri, Adalberto Del Bo, Carlo A. Manzo, Raffaele Mennella
Cronologia: 1986 | 1993
Itinerario: Progettare il mutamento
Uso: sede universitaria
Il campus dell’Università “Gabriele D’Annunzio” di Chieti è stato progettato da Pepe Barbieri, Adalberto Del Bo, Carlo Alessandro Manzo e Raffaele Mennella a partire dal 1986. L’area, indicata dal Rettore Uberto Crescenti, per la realizzazione della nuova sede istituzionale -rappresentativa dell’Ateneo- è localizzata a Chieti Scalo, una zona segnata da colline e piccole valli caratterizzate da campagne e da insediamenti edilizi dispersi. Sull’area, di circa diciassette ettari, erano già presenti due edifici universitari: quello a pianta quadrata, progettato alla fine degli anni Sessanta da B.B.P.R., ospitava il Rettorato e la Facoltà di Medicina, mentre quello caratterizzato da una tipologia a doppio pettine ospitava la Casa dello studente, ed era stato progettato nel 1976 da Giorgio Grassi e Antonio Monestiroli.
Il linguaggio sobrio con cui appare il Campus si contrappone all’articolazione degli spazi costruiti. I progettisti, partendo dalle variazioni tipologiche degli edifici preesistenti, hanno lavorato sull’elaborazione dei sistemi distributivi e sugli spazi aperti, individuano, nel “vuoto” il materiale agglomerante del sistema, elemento capace di rispondere coerentemente alla formazione di nuovi contesti e paesaggi.
L’aula magna della Facoltà di Lettere e Filosofia diviene il centro ideale del Campus. Nella costruzione della planimetria generale, gli edifici universitari preesistenti non hanno avuto un ruolo determinante, a meno della casa dello studente, a cui i progettisti si sono riferiti per capire le logiche insediative e chiudere una triangolazione di edifici, ciascuno collocato trasversalmente all’andamento naturale delle curve di livello.
L’edificio dell’aula magna della Facoltà di Lettere e Filosofia, si compone di due corpi: uno cilindrico rivestito con lastre di travertino bocciardato, e uno a forma di prisma a base rettangolare rivestito con mattoni di laterizio. Il primo accoglie gli spazi della hall e due ordini di ballatoi come spazi espositivi e foyer dell’aula magna; il secondo invece, contiene l’aula magna coperta da una struttura metallica, e la sala studenti con relativi servizi e bar al piano sottostante.
L’edificio del polo didattico della Facoltà di Lettere e Filosofia è collocato a sud, sul versante opposto ai dipartimenti rispetto l’asse direttore. Esso è un edificio lineare a corpo doppio in mattoni, con i servizi e i corpi scala posti alle due estremità. Nella parte centrale di entrambi i piani si sviluppano le aule, lungo un corridoio che, al piano superiore, permette anche l’uscita su un balcone. Esso è riparato dall’ordine gigante di un portico metallico che caratterizza il prospetto principale dell’edificio. Sul fronte sud invece, le finestre delle aule sono protette dal sole da mensoline aggettanti, realizzate con piccole strutture metalliche.
L’edificio dei dipartimenti e della biblioteca della Facoltà di Lettere e Filosofia è configurato secondo una tipologia a pettine. Il sistema distributivo si sviluppa parallelamente ad uno dei due assi direttori dell’impianto generale, attraverso una rampa che, partendo dall’incrocio di tali assi e quindi dal centro del sistema, attraversa “in sezione” la sequenza dei pettini, destinati ai vari dipartimenti. Questo percorso giunge verso una corte aperta a monte, dove si affaccia l’edificio della Centrale tecnologica che, in questo modo, risulta essere collocato in posizione baricentrica nel campus universitario. Partendo invece da valle, il sistema dei primi tre pettini si ripete specularmente al percorso pubblico.
Tra i due interspazi è collocata la grande biblioteca composta da due sale lettura a doppia altezza. Grandi vetrate speculari garantiscono l’idea di spazialità. Il notevole affaccio e, la continuità del mattone in laterizio stabiliscono una continuità tra l’interno e l’esterno.
La galleria centrale è uno spazio di collegamento in cui coesistono elementi differenti che, si articolano su vari livelli, dove il concetto di “vuoto”, così come viene teorizzato da Pepe Barbieri, è predominante e rappresenta l’applicazione della teoria all’interno della pratica del progetto. Il vuoto, di fatti, non è un vuoto, è uno spazio declinato, con particolari caratteri, e rappresenta una modellazione tra interno ed esterno che costruisce una rete di relazioni.