Luogo: Firenze, Via Piagentina, 29
Autore: Leonardo Savioli, Danilo Santi
Cronologia: 1964 | 1967
Itinerario: La casa in Italia tra costruzione e sperimentazione
Uso: residenza privata
Edificio progettato da Leonardo Savioli e Danilo Santi, sorge su di un lotto angolare tra via Piagentina e via San Giovanni Bosco. La scelta operata è quella di enfatizzare il verticalismo dei volumi che trova le sue origini nella volontà sia di affermare l’edificio come punto di riferimento spaziale data la sua collocazione nel tessuto urbano sia nel riferimento alla continuità con la tipologia fiorentina della casa-torre.
L’edificio presenta una pianta molto articolata inscrivibile in un impianto a “L” in cui uno dei due lati è ruotato di 60°; si sviluppa nel fronte su via Piagentina per sei piani fuori terra mentre su via don Bosco per quattro piani, più uno seminterrato. L’articolazione volumetrica della composizione fa perno attorno al corpo scala-ascensore, elemento monolitico di maggiore altezza e posto proprio a cerniera della L. Si tratta di un elemento per lo più chiuso, le uniche piccole aperture sono quelle poste in corrispondenza dei ballatoi dei pianerottoli su via S. Giovanni Bosco.
Al movimento generato dall’articolazione dei volumi corrisponde un’estrema varietà di aperture e nel rapporto pieno-vuoto. Questa alternanza è resa possibile grazie all’utilizzo di moduli in cemento assemblati secondo molteplici possibilità. I balconi e i bow window sono localizzati sull’angolo sud-est attorno al pilastro che corre per tutta l’altezza hanno ognuno un disegno diverso proprio come le finestre che si distribuiscono in facciata attorno ad un asse verticale o liberamente, sempre comunque in corrispondenza con le esigenze degli spazi interni.
All’interno troviamo due appartamenti ai piani terra, primo e secondo, tutti sono caratterizzati da una zona soggiorno aperta, che funge da spazio di distribuzione. Il vano interrato è invece adibito a garage e magazzino. Ogni appartamento ha una distribuzione interna diversa dall’altro, questo è reso possibile anche dall’utilizzo di pareti scorrevoli. Questa caratteristica può essere letta anche sulle facciate, infatti ogni appartamento ha un prospetto diverso dagli altri. La varietà di bucature, di aggetti e di arretramenti è tenuta insieme da un unico comune denominatore che risulta essere il calcestruzzo.
Il corpo a sei piani termina con una copertura biconvessa che ricorda la sezione di un’ala di aereo, soluzione tecnologicamente molto ardita per il periodo storico.
Il corpo a quattro piani termina con una copertura piana praticabile.