Luogo: Potenza (PZ), Via Nazario Sauro
Autore: Dante Benedetto Maggio
Cronologia: 1976 | 1985
Itinerario: Nuove architetture per la nuova società
Uso: Banca
L’edificio della ex Banca Popolare di Pescopagano, oggi di proprietà dell’UniCredit, è ubicato in una zona centrale di Potenza, in prossimità del “Ponte Musmeci”. È conosciuto anche come “il Castello postmoderno”, per le sue caratteristiche architettoniche e tipologiche, che si richiamano al vicino Castello di Lagopesole e, per ammissione dello stesso progettista, al palazzo della Manufacturers Trust Company di Skidmore, Owings and Merrill a New York e alla sede della Österreichische Postsparkasse di Otto Wagner a Vienna.
L’edificio presenta un volume cubico centrale vetrato, alquanto articolato nella composizione architettonica, racchiuso tra quattro torri angolari di diversa altezza: una immagine “massiccia e solenne per le sue dimensioni ma al tempo stesso di estrema sobrietà e stringatezza” (G. Dorfles, 1985). Le facciate, tra loro estremamente diverse, sono caratterizzate dall’uso del cemento armato facciavista, interrotto da ampie vetrate, creando un articolato sistema di trasparenze che conferiscono alla massiccia sagoma del palazzo un migliore inserimento nel contesto paesaggistico del luogo.
Il corpo centrale dell’edifico, occupato dal salone per il pubblico, vuole rappresentare una piazza urbana, all’interno della quale la luce naturale filtra attraverso la grande copertura vetrata, molto articolata nella composizione spaziale degli elementi che la compongono. Tutte le parti del salone, compresi i pezzi dell’arredo si richiamano all’esterno, in quanto, secondo il progettista, “l’immagine garante della banca viene così fuori attraverso la trasparenza del palazzo”, in un costante dialogo tra interno ed esterno, che supera l’idea stereotipata della banca quale edificio chiuso in se stesso.
Un altro aspetto interessante dell’edificio è la ricerca costante dell’asimmetria che il progettista usa, non solo per scomporre la monoliticità dell’edificio, ma anche per articolare gli spazi interni del fabbricato, le aperture vetrate e la copertura della grande sala centrale. L’asimmetria è un aspetto che permette all’autore di superare i rigidi schemi dell’architettura bancaria, per giungere ad una “oculata simbiosi tra funzionalità ed originalità” (G. Dorfles, 1985)
L’edifico rappresenta la sintesi di un’attività di ricerca svolta dal progettista su possibili fonti di ispirazione architettonica e stilistica, condotta attraverso lo studio di opere di architettura nazionali e internazionali. Pertanto, sia nella composizione architettonica che nelle soluzioni tecnologiche che caratterizzano il palazzo, si possono rintracciare diverse “citazioni” che si richiamano ad esempio a Le Corbusier, per l’uso del cemento armato facciavista, ampiamente utilizzato sia all’esterno che all’interno dell’edificio, a Louis Kahn, per la soluzione delle diverse altimetrie delle torri, a Carlo Scarpa per alcuni particolari costruttivi e lo stile dei cornicioni. (B. Gravagnuolo, 1985)