Istituto Tecnico Industriale

Luogo: L’Aquila, Via Acquasanta, 5

Autore: Paolo Portoghesi, Vittorio Gigliotti, Giuseppe Caronia; Luigi Lezzi (consulente); Guido Guy (strutture);  Mario Alemanni, Otello Iolita, Giuseppe Palma (collaboratori)

Cronologia: 1969 | 1980

Itinerario: Progettare il mutamento

Uso: edificio scolastico

Edificio progettato nel 1968 dall’architetto Paolo Portoghesi con Giuseppe Caronia e Vittorio Gigliotti, ospita una delle scuole secondarie di II grado più antiche dell’Aquila, istituita con R.D. del 27.6.1909 con l’intento di formare manodopera qualificata al fine di rispondere alla veloce crescita del settore industriale. Articolato in tre lotti, si sviluppa lognitudinalmente lungo l’asse nord-sud, versanti in cui si evidenzia l’articolazione in “celle”. Venne scelta una tecnica costruttiva industrializzata con impiego di elementi prefabbricati, sia in stabilimento sia a pie’ d’opera, con elementi in calcestruzzo studiati per realizzare “forme nuove” di produzione industriale e per ridurre i tempi e i costi di produzione. Ogni edificio del lotto consta di 4 piani, i primi 3 sono composti da 5 elementi cilindrici a sezione quadrata con gli spigoli smussati, mentre l’ultimo da 2.

Lungo i lati orientati est-ovest, ovvero lungo lo sviluppo longitudinale del corpo cilindrico, sono ricavate le bucature. La monoliticità del calcestruzzo prefabbricato viene infranta dalle aperture a nastro caratterizzate dalla scelta di utilizzare piattabande di colore rosso in cui sono contenuti gli avvolgibili e i montanti verticali che ritmicamente icorniciano ogni finestra. In facciata si leggono chiaramente i giunti delle varie parti strutturali prefabbricate che compongono l’edificio. La soluzione scelta per questi elementi caratterizza notevolmente l’opera.

Osservando la testata si può osservare la scelta di mantenere il volume di terra leggermente rialzato rispetto alla quota stradale, facendolo risultare ancora più evidente nella sua plasticità. Le finestre a nastro risultano leggermente arretrate rispetto al filo esterno della facciata, questo effetto è ulteriormente evidenziato dalla scelta di realizzare i davanzali smussati e la parte superiore orizzontale come una sorta di pensilina per via della forma curvilinea sporgente verso l’esterno.

I prospetti orientati nord- sud in cui si legge la sezione scatolare dei volumi risultano completamente svuotati da infissi in legno. Tali infissi sono realizzati omogeneamente secondo una precisa regola, sono infatti divisi verticalmente in 4 parti e orizzontalmente in 3 parti uguali più una quarta di dimensione pari a una volta e mezza le altre tre. Questo permette di articolare le vetrature in una mobile a doppio battente e le altre fisse. Anche per la porte di ingresso viene seguito un criterio simile ma di proporzioni diverse date le dimensioni della porta a doppia anta inserita al centro della bucatura.

Mentre lungo i prospetti longitudinali si riscontra un perfetto allineamento tra le facciate dei vari piani, trasversalmente invece la scelta è quella di sfalsare tra loro i vari livelli creando un’alternanza di aggetti e rientranze. Interessante è notare il contrasto tra la costanza dell’arretramento delle parti vetrate rispetto al filo della facciata e la disomogeneità degli sfalsamenti dei vari volumi.

Negli interni si legge chiaramente l’importanza della struttura in cemento armato, nella palestra, uno spazio ampio e di altezza considerevole, le travi estradossate poste secondo un’orditura trasversale hanno un’altezza molto importante e poggiano su pilatri a sezione quadrata anch’essi molto grandi. La luce arriva dalle finestre poste in alto sui lati longitudinali dell’ambiente.

Nella sala conferenze, illuminata dall’alto da un’apertura a Shed, tipico elemento solitamente realizzato con struttura metallica, delle costruzioni industriali, qui attraverso il sistema della prefabbricazione diventa elemento plastico di copertura. Internamente è sostenuto da una doppia orditura di travi in c.a. ortogonali tra loro, in cui quelle trasversali all’ambiente hanno maggiore altezza, mentre quelle longitudinali sono di altezza minore e doppiate tra loro.

Lungo i corridoi a sostegno delle travi che corrono longitudinalmente sono stati realizzati pilastri a sezione ellittica. Tutta gli elementi strutturali sono lasciati a vista.

Foto di Davide Cossu
Testo di Alessandra Giancarlo