Luogo: Terni, Quartiere COSPEA, via XX Settembre, 166
Autore: Franco Maroni; Bruno Breda (strutture)
Cronologia: 1984 | 1987
Itinerario: Spazio sacro e memoria
Uso: edificio per il culto
Il complesso parrocchiale di San Giuseppe Lavoratore sorge nel quartiere Cospea di Terni, un’area caratterizzata da un rapido sviluppo edilizio a partire dagli anni Settanta. Il progetto di Franco Maroni non si limita alla costruzione di un edificio di culto, ma si inserisce armonicamente nel tessuto urbano, configurandosi come un luogo liturgico e di aggregazione per la comunità. La chiesa si sviluppa intorno a un asse pedonale trasversale, che attraversa diagonalmente l’area, collegando il quartiere e inserendosi in uno spazio verde fruibile dai residenti.
L’impianto architettonico si basa su un’interazione tra figure geometriche primarie: il quadrato che delimita l’intero complesso e il cerchio che genera lo spazio centrale della chiesa. L’edificio principale, collocato a est, si sviluppa dall’incrocio di due assi diagonali: la principale che coincide con il percorso pedonale e definisce la connessione con il quartiere e la secondaria che si origina dal centro del quadrato e struttura lo spazio interno.
Dall’intersezione di queste direttrici nasce un volume triangolare, suddiviso in due aree funzionali: lo spazio feriale e lo spazio assembleare, flessibili e separabili tramite una parete mobile che permette una configurazione variabile.
Il presbiterio è concepito come un anfiteatro, con una struttura che favorisce la partecipazione attiva dei fedeli. Il suo fulcro è rappresentato dall’altare, che nella configurazione aperta ruota per diventare il punto centrale di tutto lo spazio celebrativo. Accanto ad esso si trovano il tabernacolo, l’ambone, la croce e il fonte battesimale.
L’organizzazione architettonica segue una logica di progressiva elevazione, con due livelli sovrapposti: uno più basso che permette una partecipazione più raccolta e intima e uno più alto destinato ad attività comunitarie.
L’intero complesso è realizzato in cemento armato faccia vista con copertura piana. Le pareti esterne sono quasi totalmente chiuse, interrotte solo da ingressi e da aperture verticali strette che enfatizzano la monumentalità dell’edificio.
Un elemento fortemente simbolico è il campanile, posto all’estremità occidentale della diagonale del quadrato. Realizzato anch’esso in cemento armato, non è un volume isolato, ma parte integrante della composizione, in continuità con il linguaggio architettonico dell’intero complesso.
Uno degli aspetti più innovativi della chiesa è la sua polifunzionalità. La configurazione modulabile dello spazio permette di adattarlo a celebrazioni religiose di diversa ampiezza, ospitando da 400 a 700 persone, ma anche ad eventi culturali e sociali come assemblee e proiezioni cinematografiche. Inoltre, l’anfiteatro all’aperto, situato in continuità con la piazza esterna, rappresenta un ulteriore spazio di aggregazione, rendendo il complesso un punto di riferimento non solo religioso, ma anche sociale.