Museo Marino Marini

Luogo: Firenze, Piazza San Pancrazio

Autore: Lorenzo Papi, Bruno Sacchi

Cronologia: 1970 | 1982
Itinerario: Costruire sul costruito

Uso: museo

Il museo Marino Marini è ubicato nel centro storico di Firenze all’interno della ex-chiesa di San Pancrazio, sconsacrata con un editto del governo napoleonico nel 1808 e destinata dapprima a sede della lotteria imperiale di Francia, successivamente a sede della pretura e nel 1883 a manifattura tabacchi. Nel 1937, poi, la chiesa fu destinata a deposito della caserma militare, insediata nei locali dell’attiguo convento; tra gli anni sessanta e settanta del XX secolo, dismessa l’attività militare, furono iniziati i primi lavori di recupero della Chiesa.

Successivamente, nel 1982 il restauro della ex Chiesa fu affidato agli architetti Lorenzo Papi e Bruno Sacchi, per accogliere la collezione di opere che l’artista Marino  Marini e la moglie avevano donato alla città di Firenze; i progettisti nell’adattare gli ambienti alla nuova funzione museale, cercarono di conservare la leggibilità dell’impianto architettonico della chiesa, delle sue trasformazioni e delle aggiunte operate nel corso dei secoli, per poterla adattare al mutare del gusto o alle varie funzioni alle quali era stata destinata.

Il museo è articolato su quattro livelli, dai quali è possibile cogliere molteplici punti di vista delle opere esposte; sia nella scelta dei materiali che nella illuminazione degli ambienti, i progettisti seguirono le indicazioni dello stesso Marini, creando un percorso espositivo liberissimo che mette in risalto le opere, pur nel rispetto delle peculiarità architettoniche della chiesa che le accoglie. Come ad esempio nel piano terra della navata centrale dell’ex Chiesa, dove alcune sculture di Marini sono liberamente distribuite lungo un asse visivo che conduce il visitatore verso l’opera maggiore dell’intera collezione: il grande Cavaliere in bronzo, di 6 metri di altezza, collocato al centro dell’antico presbiterio, sovrastato da una cupola affrescata.

L’intervento proposto dai due progettisti è stato finalizzato ad un dialogo costante tra strutture antiche e moderne, al fine di consentire la visione delle opere non disgiunta da quella del contenitore architettonico, in un contesto che per forma, volume e caratteristiche esalta appieno il valore artistico delle opere di Marini, in particolar modo di quelle di grandi dimensioni.

L’intervento di restauro, nelle sue parti moderne, presenta una serie di strutture realizzate per creare il percorso di visita del museo e allo stesso tempo assicurare il  collegamento dei varie ambienti in cui esso è articolato; scale e soprattutto passerelle che si intrecciano all’interno dell’ampio volume della Chiesa, al fine di apprezzare appieno la sistemazione espositiva delle opere e consentire dall’alto una visione complessiva delle stesse.

Due scale poste ai lati del transetto conducono al terzo livello del percorso di visita; qui la luce naturale proveniente dalla grande vetrata realizzata in corrispondenza dell’ex coro, del quale non vi erano resti, crea una suggestiva visione delle opere esposte, esaltando anche le strutture architettoniche della Chiesa. Da questo piano, una scala a chiocciola conduce al quarto livello del percorso di visita, che si estende fino alla zona del transetto, mediante un ballatoio posto sul lato settentrionale della Chiesa; da questo punto è possibile ammirare dall’alto il Grande Cavaliere  e le opere esposte al piano sottostante.

Il progetto di allestimento del museo ha introdotto anche una controfacciata vetrata che permette una vista degli ambienti interni museali anche dalla piazza antistante l’ingresso; tale elemento, caratterizzato da una fascia marcapiano in cemento armato facciavista, è alquanto articolato nella composizione architettonica, contrapponendosi in maniera evidente alla semplicità della facciata neoclassica della Chiesa, realizzata nel 1808, che presenta al centro dell’ingresso due colonne, poste in luogo del portale trecentesco.

Foto di Flavia Rossi
Testo di Maurizio pece