Luogo: Roma, Monti, Via Degli Ibernesi, 20
Autore: Studio Passarelli (Vincenzo Passarelli, Fausto Passarelli, Lucio Passarelli); Cristoforo Borowski, Giambattista Castagnetta (collaboratori); Francesco Novelli ( strutture)
Cronologia: 1963 | 1964
Itinerario: Costruire sul costruito
Uso: edificio per il culto e l’ospitalità
All’inizio degli anni Sessanta nel cuore del Rione Monti, a due passi dai fori imperiali, i Padri Domenicani dell’istituto religioso Angelicum acquistarono un edificio cinquecentesco con l’intenzione di trasformarlo in un convitto religioso internazionale per studenti sacerdoti. Il progetto di restauro, trasformazione e ampliamento fu affidato al noto studio romano Passarelli.
L’intervento è consistito nel restauro scientifico della preesistenza con mantenimento di prospetti e colori e valorizzazione di alcuni elementi puntuali e, inoltre, in una serie di nuovi ampliamenti, costituiti da volumi digradanti verso un giardino pensile, su cui sono affacciate le camere dei seminaristi.
Il linguaggio architettonico moderno, quasi brutalista, caratterizzato da segni netti, tagli di luce, cemento armato faccia vista, contrasti cromatici emerge chiaramente in ogni particolare del progetto, in cui sono caratterizzati anche spazi di passaggio e corpi scala.
Il cuore del progetto è costituito dalla piccola cappella per i seminaristi, realizzata all’interno di un piccolo volume cubico preesistente, con chiari riferimenti alla poetica della cappella di Roshamp di Les Corbusier.
Il piccolo spazio è interrotto da un pilastro a fungo, che sembra essere fuori scala, che diviene l’elemento centrale della composizione. Il pilastro circolare ha una funzione strutturale per la tribuna soprastante e allo stesso tempo è il perno di un interessante gioco di luci e ombre.
Tribuna e pilastro sono gli elementi di forza della piccola sala, valorizzata anche da altri elementi lineari come l’altare e alcuni setti murari che articolano lo spazio, segnando passaggi, indirizzando sguardi, arricchendo i contrasti cromatici.
L’articolazione delle pareti bianche è finemente articolata: le pareti si curvano, si aprono in nicchie, si scavano in un sapiente gioco di contrasti di luci, ombre e chiaroscuri, che definiscono uno spazio vibrante.