Luogo: Milano,Via Edoardo Bonardi, 3
Autore: Vittoriano Viganò; Fabrizio De Miranda (strutture); Mario Bacuzzi, Masahiro Matzuno, Gino Salatino (collaboratori)
Cronologia: 1970 | 1985
Itinerario: Progettare il mutamento
Uso: sede universitaria
L’ampliamento della facoltà di architettura del Politecnico di Milano, realizzato a cura di Vittoriano Viganò e Fabrizio de Miranda a partire dal 1970, sorge lungo via Ampere in adiacenza al volume originario progettato da Giordano Forti, Gio Ponti e Piero Portaluppi. Il volume ha un linguaggio espressivo completamente nuovo e in contrapposizione con quello dell’edifico adiacente: il nuovo blocco è disegnato dalla possente struttura in acciaio cosituita da pilastri cruciformi a tutta altezza, una rete di tiranti ed elementi scultorei appesi, che celano l’involucro edilizio prevalentemente vetrato, arretrato su un secondo piano.
Dietro la grandiosa struttura si trova il cuore del progetto: un patio ipogeo esterno ed interno, dove si sviluppano gli spazi di studio e socialità degli studenti.
I pilastri cruciformi in acciaio nero scandiscono il ritmo della facciata e ad essi si agganciano i volumi in cemento bianco degli elementi di collegamento orizzontale everticale.
Alla struttura portante esterna è appeso anche l’elemento scultoreo simbolo di questo edificio: la “A” di architettura, che segna l’ingresso principale alla facoltà. È composta da tre profili in acciaio che disegnano una scultura a scala urbana nei tipici colori della poetica di Viganò, il rosso e il nero.
L’ampliamento della facoltà si innesta su un volume preesistente. Nella fascia di connessione tra i due blocchi si snodano percorsi distributivi in cui strutture ed impianti tecnologici sono esibiti, evocando una atmosfera quasi da fabbrica.
Il nuovo intervento affianca l’impianto originario della facoltà di architettura, progettato negli anni ’50 da Giordano Forti, Gio Ponti e Piero Portaluppi, discostandosene completamente nel linguaggio espressivo, con forme, materiali e soluzioni spaziali innovativi.
Nello spazio di ingresso l’edificio si mostra nella sua essenza, la struttura e gli impianti sono esibiti. L’attacco a terra dei grandi pilastri cruciformi sui plinti è ribassato rispetto alla quota di calpestio ma lasciato aperto e protetto solamente da parapetti.
Protetto e ribassato vi è un patio coperto, dove si trovano luoghi per gli studenti e dove si affacciano tutti gli elementi distributivi, con spazi a doppia-tripla altezza.
Tra gli elementi distributivi accessibili direttamente dal patio spicca la scultorea scala elicoidale in cemento armato, dove, di nuovo, emerge il potente segno di lamiera rossa che invita lo sguardo verso il livello superiore.
Anche l’altra scala, esterna e appesa ai pilastri cruciformi della facciata su via Ampere, è un segno importante nella composizione del volume.
Il segno lineare della scala, le pareti in cemento armato faccia vista degli ascensori, le vetrate a tutta altezza e il pavimento rosso si combinano tra loro restituendo una spazialità finemente articolata anche negli snodi di servizio.
I particolari costruttivi di vetrate e scale in ferro rivelano una grande cura progettuale e attenzione al dettaglio.
Anche la spazialità delle aule è ritmata dalla struttura di pilastri e travi a vista in ferro, dagli impianti tecnologici e dalle ampie vetrate a tutta altezza.
Foto di Allegra Martin
Testo di Marina Lo Re
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