Luogo: Pesaro, via Solferino
Autore: Carlo Aymonino
Cronologia: 1970 | 1985
Itinerari: Architetture per la collettività
Uso: scuola secondaria di II grado
Il Campus Scolastico Superiore di Pesaro è un centro integrato per l’istruzione progettato da Carlo Aymonino a partire dal 1970, quando l’architetto romano stava ormai ultimando il più famoso quartiere Gallaratese a Milano. Si tratta di un progetto urbano complesso che nasce con le medesime intenzioni del quartiere milanese: realizzare non solo un’architettura ma un frammento di città, costituito di parti autonome e formalmente compiute. Il programma soddisfa molteplici esigenze educative: in un’area di 20 ettari, per un bacino di utenza stimato intorno ai 4.000 studenti, il complesso di edifici ospita infatti un liceo scientifico, un liceo classico, un liceo linguistico, un istituto tecnico per geometri, una biblioteca e un centro civico.
Il Campus, su cui si attestano gli edifici scolastici e non solo, è concepito come un vero e proprio dispositivo urbano a carattere inclusivo: la città antica vi arriva ed entra a farvi parte, portando dentro il perimetro dell’insediamento scolastico i suoi luoghi. Portici, piazze e zone pedonali collegano fra loro i vari elementi che compongono la “scena architettonica”.
L’apparente struttura aperta degli edifici lascia intravedere i suoi punti nodali. L’organizzazione spaziale è attenta alle diverse scale, a partire dal disegno di impianto fino alle indagini sugli elementi funzionali di scala minore. Pur riconoscendo un’impostazione progettuale rigorosa e una scrupolosa attenzione rivolta al rispetto dei vincoli e degli standard dell’edilizia scolastica, i manufatti manifestano un forte impatto formale.
Il liceo è pensato come un unico edificio che si piega ad angolo retto. Questo risultato, molto interessante sotto il profilo formale e plastico, nasce dalla precisa richiesta della committenza di ubicare il liceo nell’angolo sud-ovest del lotto. La soluzione d’angolo dell’edificio sottolinea la compattezza del corpo di fabbrica, che si piega a libro descrivendo un angolo di 90 gradi e liberando due testate cieche che permettono di comprendere la forma della sezione dell’edificio.
I portici inquadrano, in prospettiva, un’infilata di sottili setti di cemento intonacati di rosso; un nastro continuo di finestre alte dà luce agli ambienti del piano terra.
La “strada” interna a doppia altezza mette in collegamento il primo e il secondo piano; gli spazi dell’edificio scolastico sono configurati secondo un modello urbano, che prevede affacci e punti di aggregazione.
I corpi di fabbrica hanno una profondità che consente un’ottima utilizzazione degli spazi e dei percorsi interni. Nelle parti piegate del manufatto trovano posto le aule con le relative strutture didattiche di servizio, i laboratori e le aule speciali.
Come nel Gallaratese, anche in questa struttura scolastica la sovrapposizione dei percorsi funziona da elemento strutturante degli spazi interni.