Casa Lina

Luogo: Marmore, Terni, Via Casa Lina
Autore: Mario Ridolfi
Cronologia: 1964 | 1967
Itinerario: La casa in Italia tra costruzione e sperimentazione
Uso: villa unifamiliare

La piccola casa costruita dall’architetto romano Mario Ridolfi su un terreno ereditato dalla madre, rappresenta il preludio a una stagione di progetti di ristrutturazione e di nuova costruzione per case private realizzate nella frazione di Marmore della provincia ternana. Tale periodo di attività, riferibile agli anni Settanta, è definito il Ciclo delle Marmore.

La casa, pensata per trascorrere il fine settimana, prende il nome dalla moglie dell’architetto, Adelina, a cui è dedicata. L’impianto planimetrico è di tipo centrale, costituito dall’intersezione di due pentagoni regolari ruotati, i cui vertici possono essere inscritti all’interno di un cerchio di sette metri di raggio. La copertura ha una forma decagonale, ricavata dall’unione dei vertici della costruzione, culminante con un lanternino pentagonale. Esternamente, a pavimento, sono istallate delle lastre in travertino di forma romboidale che accompagnano l’andamento delle pareti e svolgono la funzione di catturare e riflettere la luce. Uno dei dieci spigoli che descrivono la planimetria è svuotato e ridotto a pilastro, all’interno di questo spazio è ricavato un piccolo terrazzo che dà accesso all’abitazione.

I materiali da costruzione sono semplici: pietra sponga listata con elementi di cotto. Traggono origine dallo studio delle costruzioni tradizionali e accomuneranno le successive realizzazioni di Ridolfi nell’area ternana.

L’edificio si sviluppa su due livelli, di cui uno semi-interrato al quale si può accedere sia esternamente che internamente. Le aperture sono tutte portefinestre, chiuse con persiana ad anta unica, ognuna delle quali può essere trasformata in balcone con l’inserimento di elementi metallici, per i quali sono predisposti appositi occhielli infissi alle pareti. Per i servizi invece sono previste delle finestre a losanga ottenute da un quadrato ruotato sulla diagonale e richiuso con elementi laterizi traforati.

L’interno è organizzato intorno ad uno spazio comune centrale sul quale si innestano tutte le aree funzionali della casa,  ossia i cinque ambienti maggiori: ingresso e soggiorno (uniti allo spazio centrale), tinello e due camere da letto. All’interno dei cinque spigoli che si alternano agli ambienti principali trovano posto altrettanti locali di servizio: la piccola veranda che ospita l’ingresso, bagni, cucina, guardaroba e studio.

La centralità dello spazio comune è enfatizzata dal lanternino pentagonale che rimarca l’inclinazione delle pareti divisorie interne.

Alcuni degli arredi fissi sono disegnati appositamente per la casa, tra questi i mobili  della cucina e le mensole poligonali fissate alle pareti per mezzo di cerniere e quindi movimentabili e accostabili al muro.

La pavimentazione è realizzata in legno posto in opera con modalità tradizionali, le doghe sono inclinate e disposte in modo da in contrarsi al centro della casa a forma di stella, al centro della quale è fissata una borchia in ottone.

Le ringhiere delle scale, tra le quali quella della scala che collega la casa con la cantina, sono caratterizzate da una soluzione decorativa, qui utilizzata dall’architetto per la prima volta, realizzata con tondini di metallo piegati a freddo a formare dei nodi.

Le porte costituiscono un elemento di forte innovazione tecnologica. Ridolfi realizza dei dispositivi speciali in cui il telaio fisso, il telaio mobile e le specchiature sono indipendenti l’una dall’altra. In tal modo le schermature possono essere sostituite con elementi trasparenti semitrasparenti o oscuranti secondo le esigenze, nel telaio fisso è contenuto l’impianto elettrico, in corrispondenza degli spigoli superiori sono allocate le scatole di derivazione e vicino alla maniglia gli interruttori.

Foto di Flavia Rossi
Testo di Luciano Antonino Scuderi

Casa Lina

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