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Casa Studio Ricci

Luogo: Monterinaldi, Firenze, Via di Monterinaldi, 21
Autore: Leonardo Ricci
Cronologia: 1952 | 1964
Itinerario: L’architettura contemporanea nel paesaggio
Uso: residenza – studio

Situata a Monterinaldi sulle colline proprio di fronte a Fiesole sorge la casa studio dell’architetto Leonardo Ricci, questa abitazione è la prima di un villaggio-comunità costruito tra il 1949 e gli anni ’60 ideato per assumere un carattere sperimentale e comunitario, la cui crescita ed espansione è impostata sulla base di programma “aperto” ossia sempre suscettibile di modifiche ed integrazioni. Leonardo Ricci allievo di Michelucci insieme a Leonardo Savioli prenderà parte alla ricostruzione di Firenze dopo la seconda guerra mondiale.

La residenza di Ricci addossata al monte è costruita seguendo seguendo le sue esigenze per fasi e aggiunte successive. Molto visibile dalla collina di Fiesole, non risulta essere però fuori contesto, bensì testimonia la grande attenzione dell’architetto all’integrazione con il paesaggio e con il terreno che la ospita. Proprio in questa ottica decide di utilizzare la pietra locale proveniente da due cave situate nelle zone limitrofe, con questo materiale realizza degli spessi setti che vengono accostati con molta naturalezza con gli altri materiali utilizzati: il cemento, il ferro e il vetro.

Inizialmente il primo nucleo è costituito dalla cucina scavata nella roccia, più un soggiorno e una sala da pranzo paralleli, spartiti da un muro divisorio. In un’ala laterale attraverso una scala si accede alla camera degli ospiti, sotto e sopra alle tre camere-cellula quasi monacali per i bambini, a uno spazio per i giochi, alla camera da letto dei genitori con relativa sala da bagno. Da qui si accedeva a un piccolo studio soprelevato rispetto al soggiorno, ma affacciato su di esso. I vari corpi abitativi sono disposti sul lotto in maniera organica senza confini tra gli ambienti adagiati in modo organico sul terreno.

Successivamente Ricci costruirà uno studio-laboratorio autonomo posizionato davanti al soggiorno ma di altezza ridotta. Nel basamento l’atelier si stacca dal contrafforte roccioso questo espediente permette a Ricci di illuminare l’ambiente con luce naturale sia verso la valle che verso la collina.

Interessante notare come ad ogni interno corrisponda un trattamento della facciata diverso, il soggiorno ad esempio di apre verso l’esterno con una grande vetrata in ferro a ricorsi orizzontali verso il grande balcone che è anche la copertura dello studio sottostante ritmato in facciata da un solido muro in pietra con aperture chiuse da vetri colorati e da macroscopici brise-soleil in marmo.

Foto di Simone Mizzotti
Testo di Alessandra Giancarlo