Luogo: Naturno (BZ), Strada Statale
Autore: Gigi Dalla Bona, Jolanda Zamolo con Will Gutweniger
Cronologia: 1961 | 1964
Itinerario: Nuove architetture per la nuova società
Uso: Centrale elettrica
La Centrale idroelettrica posta ai piedi della parete del Monte Sole, in prossimità del centro abitato di Naturno, è direttamente collegata con la diga di Vernago, situata 1.100 metri più in alto, raccoglie le acque del Rio Senales. L’acqua proveniente dal bacino ad alta quota è convogliata alla centrale grazie ad un condotto di 15 km e una volta elaborata dalla centrale è reimmessa nell’alveo del fiume Adige. Il sistema della centrale è articolato in tre episodi principali: l’infrastruttura che trasposta l’acqua all’interno della centrale, la sala macchine realizzata in calcestruzzo armato e infine la sottostazione.
L’elemento centrale è la sala turbine, caratterizzata da una forte componente espressiva, presenta una copertura a membrana in calcestruzzo armato incurvato. Il progetto è affidato alla coppia di architetti Dalla Bona e Zamolo, entrambi formatisi a Venezia e molto attivi nella provincia di Bolzano, i quali si avvalgono della collaborazione di Will Gutweniger. Luigi Dalla Bona è all’epoca molto noto a Bolzano per la duplice carriera di architetto e artista, professioni spesso esercitate contemporaneamente nelle sue realizzazioni, la moglie Jole Zamolo è una delle prime donne laureate alla Facoltà di Architettura veneziana e prima donna iscritta all’ordine degli architetti di Bolzano.
L’insieme di tralicci e componenti per la trasmissione della corrente connota una consistente porzione di paesaggio, creando una sorta di filtro con il margine del centro urbano di Naturno e le pendici del Monte Sole, alla base del quale si inserisce il volume della sala turbine.
La centrale, commissionata dall’ex Azienda Energetica di Merano e Bolzano, inizia a funzionare a quasi dieci anni dall’inizio dei lavori per la realizzazione della diga. La realizzazione ha comportato l’asportazione di una consistente porzione di materiale roccioso dalle pendici del monte: gli scavi e gli sbancamenti si sono resi necessari per la realizzazione del volume architettonico.
Il blocco centrale è realizzato in calcestruzzo armato faccia a vista; le superfici, sulle quale sono impressi i segni delle casserature, sono trattate sia esternamente che internamente con uno scialbo colorato che ne mette in evidenza alcuni aspetti, geometrici e strutturali. Internamente i pannelli quadrati che dividono la sala centrale dagli spazi laterali presentano un trattamento superficiale ottenuto grazie a una quadripartitura basata sulle diagonali.
L’utilizzo del colore contraddistingue i diversi elementi della struttura, concorrendo alla definizione dello spazio: le tinte tenui con cui sono trattati gli elementi in calcestruzzo si contrappongono alle tinte vivaci che caratterizzano le componenti impiantistiche. Alla cifra linguistica di Dalla Bona, che connette la sua formazione di artista e architetto, è ascrivibile questo sapiente utilizzo della componente cromatica che concorre alla definizione dello spazio.