Centro per lo studio e lo sviluppo delle minoranze albanesi

Luogo: San Giorgio Albanese (CS), Via San Francesco

Autore: Marcello Guido

Cronologia: 1990 | 1993

Uso: Centro culturale

 

L’edificio sorge su un’altura al di fuori del centro abitato del Comune di San Giorgio, paese  italo-albanese situato sul versante nord della Sila.
L’edificio è commissionato all’architetto Marcello Guido, originario della vicina Acri, per ospitare un centro di ricerca destinato allo studio e alla promozione delle minoranze linguistiche arbëreshë, presenti anche nei vicini centri, San Cosmo e Vaccarizzo.
L’esito architettonico, così come tutta la produzione di Guido, è caratterizzata da un linguaggio spiazzante, basato sulla accidentalità degli incroci tra superfici, negando punti di vista preferenziali e simmetrie geometriche.

Il centro studi è articolato in due blocchi collegati tra loro da una passerella trasparente realizzata in metallo e vetro.
La planimetria presenta forme spigolose, che sviluppano in alzato setti con inclinazioni differenziate. Le aree funzionali dell’edificio sono generate dall’incrocio di piani che intersecati e accostati tra loro definiscono le volumetrie interne e le spazialità esterne. Uno dei piani, esteso a un estremo esterno del blocco, si protrae verso uno specchio d’acqua, concludendosi con una cascata.

Le strutture sono realizzate in calcestruzzo armato, l’articolato svolgimento degli alzati è enfatizzato dall’uso di tinteggiature a colori vivaci (oggi quasi impercettibili a causa della consunzione), che si intersecano con le ombre generate dai diversi piani al variare dell’inclinazione dei raggi solari.

 

Le strutture sono realizzate in calcestruzzo armato, l’articolato svolgimento degli alzati è enfatizzato dall’uso di tinteggiature a colori vivaci (oggi quasi impercettibili a causa della consunzione), che si intersecano con le ombre generate dai diversi piani al variare dell’inclinazione dei raggi solari.

L’edificio è articolato per ospitare simultaneamente diverse attività: all’interno si trovano una sala proiezioni, una biblioteca, diversi spazi aggregativi e uffici per il personale. Il trattamento degli interni corrisponde all’articolazione esterna: l’effetto straniante generato da superfici inclinate e colori vivaci è trasportato a tutti gli elementi del progetto, compresi gli arredi e le finiture.

I setti in calcestruzzo sono interrotti da superfici finestrate che si inseriscono assecondando le geometrie e inclinazioni differenziate della struttura portante, sia sul piano orizzontale che sul piano verticale.

La decostruzione del volume architettonico attraverso la frammentazione degli elementi si propaga verso l’esterno definendo gli elementi dello spazio aperto circostante. Tale definizione è demandata talvolta a segni definiti da cambiamenti di pavimentazione, talvolta a elementi di altezza ridotta, quasi bidimensionali, che definiscono gli spazi verdi dell’intorno.

 

La presenza di elementi metallici concorre alla definizione dell’immagine architettonica. Oltre a elementi tecnologici, quali infissi e ringhiere, si aggiungono elementi lineari con diverse colorazioni, utili a equilibrare la presenza di piani inclinati definiti da elementi secondari, sottolineando le intersezioni tra le diverse parti.

Foto di Roberto Boccaccino
Testo di Luciano Antonino Scuderi