Cimitero di Vajont

Luogo: Vajont (PN), Viale Monte Piave
Autore: Glauco Gresleri, Silvano Varnier
Cronologia: 1967 | 1969
Itinerario: Spazio sacro e memoria
Uso: Cimitero

Il Cimitero di Vajont, trova posto appena fuori dalla piccola cittadina in posizione nord-ovest prospicente il torrente Cellina. Il piccolo centro di Vajont sorge su una porzione della piana alluvionale compresa tra Pordenone e Maniago, costruito a partire dal 1965 per ospitare i cittadini di Erto e Casso rimasti senza abitazione a causa del disastro del 1963. La costruzione del centro segue una maglia ortogonale regolare prevista dal piano progetto redatto da Giuseppe Samonà. Il cimitero e la chiesa del nuovo centro sono opera degli architetti Glauco Gresleri e Silvano Varinier, nati rispettivamente a Bologna e Pordenone. Entrambi molto legati al tema degli edifici sacri, che in qualche modo segna il loro sodalizio e una lunga collaborazione nata proprio a Bologna grazie al Cardinale Giacomo Lercaro e al centro di studi e informazione per l’architettura sacra di cui il Gresleri è stato per lungo tempo responsabile.

A differenza del rigido schema ortogonale sul quale è impostata la maglia urbana, il cimitero presenta un impianto sinuoso e accogliente, che si integra in modo discreto con il paesaggio circostante. I pochi elementi che costruiscono la composizione si sviluppano in modo coerente sia in planimetria che in alzato. L’impronta del recinto ricorda le tracce morbide lasciate dal passaggio dell’acqua sulle sponde del vicino torrente. La diposizione delle sepolture segue una scansione radiale che trova il fulcro nella piccola cappella e si sviluppa all’interno di isole verdi separate da percorsi pedonali in terra battura.

Il recinto è realizzato in calcestruzzo rivestito da pietra locale lavorata a spacco e ordita con disposizione irregolare. L’andamento sinuoso del muro perimetrale interagisce con il paesaggio anche grazie al suo profilo con andamento irregolare. Questo si presenta come un nastro continuo chiuso fatta eccezione per l’interruzione in corrispondenza dell’ingresso. Proprio grazie a questa interruzione il nastro del recinto sembra avvolgendosi su se stesso generando i due volumi presenti, rispettivamente la cappella a sinistra e i servizi a destra.

La cappella è collocata all’interno del recinto, il volume è celato alla vista esterna grazie alla presenza del muro di recinzione al quale l’edificio si addossa. La sagoma esterna del recinto risente di questa presenza, raggiungendo la quota più alta in corrispondenza dell’ingresso.

Gli elementi che costituiscono il piccolo edificio sono informati al criterio di semplicità che caratterizza tutto il progetto, questi pur concorrendo alla composizione di un unico edificio mantengono in modo ben distinto le proprie caratteristiche distintive. La copertura inclinata è realizzata grazie alla posa in opera di sei capriate rovesciate e inclinate poggiate al muro di recinzione in corrispondenza del colmo e su altrettanti pilastri in pietra sbozzata in corrispondenza della gronda

La copertura inclinata, esternamente rivestita con lastre in piombo, internamente presenta un assito radiale che segue la disposizione dell’orditura principale. In corrispondenza del colmo il piano di copertura è staccato dal muro di recinzione grazie ad un lucernaio a nastro che consente alla luce di penetrare dall’alto illuminando la platea. Il taglio trasparente mette bene in evidenza le asole praticate sul muro di recinzione all’interno delle quali sono inserite le travi della copertura.

A differenza degli elementi costitutivi dell’edificio i quali mantengono in modo enfatico la loro identità, gli elementi d’arredo della piccola chiesa sono realizzati con lo stesso materiale della pavimentazione in pietra. La superficie orizzontale è caratterizzata da diversi cambiamenti di quota. Da questa superficie orizzontale sembrano prender vita senza soluzione di continuità , l’altare il leggio le sedute e l’acquasantiera.

I pilastri di sostegno così come le travi che costituiscono la copertura sono disposti radialmente intorno ad un fuoco disposto all’esterno dell’edificio, collocato all’interno dell’area di sepoltura dedicata ai bambini, una piccola isola verde, unica disposta in continuità con l’edificio sul fronte ovest.

Lo spazio tra i pilastri in pietra è totalmente vetrato e lascia scorgere il paesaggio oltre il muro di recinzione. La visione dell’esterno diventa elemento centrale della composizione, la parete finestrata illumina da destra il presbiterio e le sedute fisse, sono concepite in modo tale da comprendere all’interno del campo visivo degli astanti sia il presbiterio che lo spazio esterno.

Foto di Luca Girardini – Marco Zorzanello
Testo di Luciano Antonino Scuderi

Cimitero di Vajont

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