La ripresa economica dell’Italia del dopoguerra, afflitta dalla penuria di risorse economiche e di materie prime, può essere ben rappresentata dall’opera di Pier Luigi Nervi.
Sul finire degli anni ’30 l’ingegnere valtellinese rinnovò la tecnica costruttiva in cemento armato. Dopo le prime aviorimesse gettate in opera a Orvieto, costruì le successive, ancora ad Orvieto, Orbetello e Torre del Lago, in pezzi modulari e facilmente assemblabili, realizzati a piè d’opera.
Come progettista e direttore dell’impresa Nervi&Bartoli, Nervi attuò tecniche sperimentali, strettamente legate alle soluzioni esecutive, brevettate e progressivamente migliorate, affidando la resistenza delle strutture alla forma, concepita in stretta relazione alle sollecitazioni di carico.
La coincidenza tra arte e tecnica si tradusse, nelle opere maggiori e in quelle meno note, in una ricorrente spazialità esaltata dall’essenzialità dei sostegni, svincolati dall’organizzazione distributiva. La linea d’imposta delle coperture definisce una sorta di orizzonte, spaziale e strutturale, che separa le contingenze funzionali da una autonoma idea di spazio addensata nella trama degli intradossi voltati.
Spazi razionali, misurati, simmetrici: classici, nel solco di una tradizione che corre da L. B. Alberti a Palladio.