Luogo: Venezia, Fondamenta delle Zattere, angolo Calle dello Zucchero, Dorsoduro
Autore: Ignazio Gardella
Cronologia: 1958 | 1962
Itinerario: Costruire case, fare città
Uso: Residenza
Raro esempio di inserimento di un’architettura moderna nel vivo del tessuto storico-monumentale di Venezia, la Casa alle Zattere costituisce in questo senso un importante successo. Con un tono misurato e calibrato al contesto, ma lontano dal pericolo di un mimetismo storicista, l’edificio di Gardella segna una differente strada verso l’equilibrio tra antico e moderno, solamente pochi anni dopo che la commissione edilizia del comune aveva respinto il progetto di Frank Lloyd Wright per la Casa Masiero sul Canal Grande (1952).
L’edificio sostituisce nel tessuto compatto di Dorsoduro due preesistenti fabbricati fortemente degradati. L’ingresso principale, posto a sud, sul lato prospiciente il Canale della Giudecca, è collocato nel punto di raccordo tra la facciata del Condominio e la chiesa di Santo Spirito.
L’aver ricavato un portone arretrato rispetto al filo della facciata al tempo stesso segnala l’ingresso e risolve l’attacco con la Chiesa, preservando la completa leggibilità della lesena d’angolo.
L’edificio “piega” la facciata sud seguendo l’andamento delle Fondamenta delle Zattere e riprende alcuni caratteri della residenza patrizia veneziana: alto basamento in pietra, andamento verticale delle bucature, finestre multiple (polìfore), ma anche mancanza di simmetria nei prospetti, che riscontriamo spesso in edifici residenziali anche di alta rappresentatività.
Un secondo arretramento del prospetto accoglie, su calle dello Zucchero, un altro ingresso. Da qui si accede alla scala che distribuisce i due corpi dell’edificio secondo uno schema a “L”, che ricalca la forma del lotto e definisce una corte-giardino interna.
Anche i materiali scelti da Gardella si riferiscono alla tradizione veneziana: stucco colorato e pietra d’Istria che contorna le aperture, riveste i balconi e il basamento. L’utilizzo del parapetto della terrazza all’ultimo livello come coronamento rende ulteriormente indefinito l’attacco al cielo, altro carattere peculiare dell’architettura lagunare.