Luogo: Ivrea (TO), via Jervis 26
Autore: Luigi Figini, Gino Pollini
Cronologia: 1954| 1958
Itinerario: Nuove architetture per la nuova società
Uso: Edificio ad uso collettivo
L’edificio destinato a raccogliere i servizi sociali per i dipendenti delle fabbriche Olivetti a Ivrea è l’ultima realizzazione degli architetti Luigi Figini e Gino Pollini nella città industriale concepita da Adriano Olivetti. Nel 1954 anno di realizzazione dell’edificio i due progettisti avevano già realizzato: dal 1939 al 1957 ben quattro ampliamenti delle officine ICO, tra 1941 e il 1942 la casa a ventiquattro alloggi e l’asilo del Borgo Olivetti e nel 1942 le case per impiegati al quartiere Castellamonte.
Il progetto è esito di un concorso per la realizzazione di un articolato complesso di quattro edifici, comprendenti anche un centro culturale e uno spazio espositivo, di cui saranno realizzati esclusivamente i due blocchi destinati all’assistenza sociale e all’infermeria.
L’edificio fronteggia le Officine ICO, progettate dagli stessi architetti qualche decennio prima, contrapponendosi al linguaggio razionalista di queste con una regola espressiva totalmente differente, basata su intersezioni e definizioni spaziali molto articolate. Il complesso è composto di due blocchi con altezze differenti, messi in relazione dall’intersezione di piani sfalsati. L’impianto è concepito sul modulo esagonale che informa la totalità del progetto, dalla disposizione dei pilastri e dalla loro stessa sezione fino ai lucernai e alle fioriere in copertura.
I diversi elementi della costruzione sono tra loro collegati da ampi spazi aperti: il portico al pian terreno e le terrazze al primo e al secondo piano. I collegamenti esterni consentono la fruizione di tutto lo spazio aperto di pertinenza, consentendo agli avventori la possibilità di fruirne come se si trattasse di un piccolo parco o di un giardino.
Il portico che sorregge la terrazza al primo piano è caratterizzato da pilastri, disposti con cadenza regolare, all’interno della maglia esagonale che caratterizza l’organizzazione planimetrica. Gli elementi vegetali rivestono un ruolo molto importante all’interno dell’organizzazione spaziale: in corrispondenza delle aiuole il solaio appare traforato mettendo a nudo la struttura portante e consentendo agli alberi di raggiungere i piani superiori.
I pilastri sono costituiti da blocchi monolitici in granito bianco, così come gli elementi di finitura delle balaustre, che pure presentano una sezione esagonale lievemente rastremata verso l’alto. Da ogni spigolo del sommoscapo del pilastro si sviluppano sei travi in calcestruzzo che compongono la maglia strutturale del solaio.
L’utilizzo del colore è fondamentale per la lettura spaziale degli ambienti. Al bianco del granito e dell’intonaco sono accostati esternamente il giallo e il blu di mattoni e piastrelle e all’interno gli intonaci colorati in pasta, rossi o verdi, che identificano le diverse funzioni a cui erano adibiti i blocchi.
Il colore rosso contraddistingue il blocco originariamente destinato all’assistenza sociale, all’interno del quale hanno trovato posto anche la biblioteca e l’emeroteca. L’intonaco colorato ricopre le pareti del corpo scala e dei pilastri a cui si accostano gli elementi d’arredo fisso realizzati in legno e vetro, come le scaffalature che corrono lungo le pareti e la balaustra della scala.
Le terrazze in copertura sono caratterizzate dalla presenza di fioriere, anch’esse di forma esagonale, definite da piastrelle in klinker giallo. Altri elementi architettonici popolano la sommità dell’edificio generando luoghi di sosta riservati e ombreggiati, si tratta di setti che ospitano passaggi o sedute realizzati in mattoni o rivestiti in piastrelle di maiolica blu.
I piani di copertura dei due blocchi sono collegati da una rampa di scale, che consente il superamento del salto di quota. La sagoma sfaccettata del perimetro dell’edificio è realizzata in modo tale da instituire un dialogo con l’ambiente circostante. Dalla terrazza sono ben visibili gli edifici preesistenti tutt’intorno e gli elementi verdi che costituiscono parte integrante del progetto.
Il blocco dell’infermeria è contraddistinto dal colore verde. L’intonaco colorato in pasta riveste le pareti del corpo scala e i pilastri. In corrispondenza del vano d’ingresso al piano terra, il solaio si apre con un taglio a forma di esagono stirato lasciando scoperta la struttura stellare delle travi innestate sul pilastro che fronteggia la scala, caratterizzata dalla stessa colorazione del pilastro da cui è originata.