Luogo: Roma, Piazza Mazzini
Autore: Raffaele de Vico
Cronologia: 1923 | 1927
Itinerario: I Giardini del passato prossimo
Uso: Verde pubblico
Nel 1923, in un periodo di forte espansione edilizia a Roma, la Commissione per i pubblici giardini decise di affidare a Raffaele de Vico la sistemazione di Piazza Mazzini, nell’ambito di un più ampio piano di decoro urbano per i nuovi quartieri in costruzione.
Il progetto di De Vico si basava su un impianto formale e simmetrico, con al centro una grande fontana di forma ottagonale. Questa, completata nel 1927 con il contributo dello scultore Ermenegildo Luppi per le decorazioni, è il fulcro del giardino. Una grande piscina ottagonale, collocata a una quota inferiore rispetto al livello stradale, è arricchita da elementi decorativi in travertino, tra cui conche floreali, colonne sormontate da aquile romane e motivi simbolici. Ai suoi angoli smussati si trovano quattro colonne-fontane su basamenti elevati, ciascuna coronata da aquile romane.
Dalla base delle colonne, figure marine simili a piccoli draghi emettono getti d’acqua.
Un’incisione “ACQVA DI TREVI” sopra la fontana indica che è alimentata dall’Acqua Vergine. Il perimetro della vasca è delimitato da piccole colonne unite da balaustre in metallo; all’imbocco delle esedre si trovano grandi vasi a cratere in travertino, e altri vasi decorativi in terracotta su piedistalli in travertino.
La pavimentazione dei percorsi è realizzata con ciottoli di ghiaia di varie dimensioni, disposti a formare un mosaico policromo con raffigurazioni di cornucopie, soli raggianti e vele ispirate alle antiche galere.
La fontana è circondata da quattro esedre alberate formate da lecci, mentre i viali sono delimitati da siepi di bosso e cipressi. Otto percorsi simmetrici convergono verso il centro, delineando una geometria a stella.
Gli spazi tra i viali sono organizzati in aiuole geometriche bordate da siepi di bosso, e una recinzione esterna in leccio definisce i limiti del giardino, richiamando la sequenza di alberi lungo viale Mazzini che collega il ponte del Risorgimento con Piazzale Clodio sotto Monte Mario.
L’intero impianto si fonda sull’armonica relazione tra architettura, acqua e vegetazione, secondo una struttura basata su ottagoni concentrici.