Luogo: Manacore sul Gargano, Peschici (FG), Strada Provinciale 52, Km 14
Autore: Marcello D’Olivo
Cronologia: 1959 | 1964
Itinerari: L’Italia va in vacanza
Uso: Albergo
Nel 1959 Marcello D’Olivo progettò un grande complesso turistico, una città delle vacanze immersa nella rigogliosa macchia mediterranea del Gargano, affacciata a pochi metri dalla rive del golfo di Manacore. Dell’esteso piano del comparto, disegnato con forme sinusoidali per seguire l’andamento del terreno, fu realizzato solo l’Hotel Gusmay e una sua dependance, più vicina alla spiaggia.
Come dichiarò lo stesso autore, l’albergo riprende le forme pure dell’hotel progettato da Oscar Niemayer a Pampulha, alla periferia di Belo Horizonte, nel 1943. Come accade con le architetture del maestro brasiliano, anche quest’opera di Marcello D’Olivo si staglia nel paesaggio come un forte segno moderno. La struttura, immersa nella cornice millenaria del mediterraneo, presenta infatti un candido volume convesso alto due piani e rivolto verso il mare, che contiene le stanze da letto. Questo volume, che ha rivestimento metallico ai lati e in copertura, è caratterizzato in facciata da un bianco brise soleil di cemento ed è appoggiato sopra una piastra basamentale di tufo giallo, che contiene la hall, il ristorante, i servizi e le altre zoni comuni.
I livelli dell’albergo sono collegati da una rampa interna contenuta in un volume organico, un elemento architettonico collocato sul retro dell’edificio che sembra richiamare la forma di una chiocciola. Un’altra rampa corre all’esterno del volume, conducendo gli ospiti direttamente dal parcheggio ai piani delle zone comuni e delle stanze.
All’interno, il gioco delle curve concave e convesse continua nella hall a più livelli, illuminata da un pozzo di luce che chiude il volume sinuoso della rampa. In questo spazio vuoto a tripla altezza, coronato da tre lucernari circolari, si affacciano i corridoi dei piani superiori delle stanze.
La sala del bar è illuminata da strette feritoie verticali cielo terra e da un taglio di luce orizzontale continuo, che rimarca lo stacco tra il volume del basamento e quello delle stanze e quasi rimanda a uno spazio ipogeo. All’interno di questo ambiente sono presenti numerosi dipinti dello stesso D’Olivo.
D’Olivo progetta anche un secondo edificio, una dépendance denominata “Pronto Ristoro”; questo piccolo annesso è un corpo circolare “a fungo” collocato vicinissimo alla spiaggia.
Visto dalla riva, il bianco volume dell’albergo emerge nella vegetazione mediterranea con la chiarezza di un segno contemporaneo che racconta la corsa al mare dell’Italia del boom economico. Un paese dinamico, fiducioso verso il futuro e aperto alle novità delle avanguardie architettoniche.