Ampliamento ex istituto di Neuropsichiatria infantile (Centro infoSapienza)

Luogo: Roma, San Lorenzo, via dei Piceni, 37

Autore: Metamorph (Cina Conforto, Gabriele De Giorgi, Alessandra Muntoni, Marcello Pazzaglini); Gabriele De Giorgi, Alessandra Muntoni, Marcello Pazzaglini (restauro); Marina Lauriola, Lapo Pazzaglini (collaboratori)

Cronologia: 1980 | 1995 ; 2011 | 2017
Itinerario: Nuove architetture per la nuova società

Uso: edificio polifunzionale

Situato nel quartiere San Lorenzo all’incrocio tra via dei Reti e via dei Piceni, l’ampliamento dell’istituto di Neuropsichiatria infantile dell’Università di Roma, si inserisce  in un contesto di fine Ottocento caratterizzato fortemente da un’edilizia semplice. Il lotto in questione è estremamente frammentario a causa della presenza di destinazioni d’uso diverse, dall’essere stato colpito dal bombardamento del 1943 ed infine dall’essere stato sottoposto ad interventi di ristrutturazione scaglionati nel tempo.

Oltre ai vincoli di tipo urbanistico che il progetto doveva rispettare, l’esigenza dell’istituto di Neuropsichiatria infantile era quella di un’articolazione in quattro funzioni: un gruppo di psicoterapia, un centro adolescenti, un gruppo per la cattedra di igiene mentale, un centro antidroga. La scarsità dei metri cubi costruibili fu molto vincolante per i progettisti che cercarono di trasformare quelle “quantità “ in “qualità” urbane.

La scelta fu quella di realizzare la volumetria non al piano terra ma in alto, in continuità con la linea del cornicione degli edifici preesistenti, lasciando al piano terreno un più libero uso del suolo. Ne consegue quindi un edificio completamente sollevato che si ricongiunge al livello stradale solo tramite due elementi: gli esili ma fitti pilastri in acciaio di colore blu e il corpo scala. In un articolo di Bruno Zevi pubblicato su L’Espresso del 4 giugno 1998 si legge che gli abitanti del quartiere accolsero positivamente l’opera definendola “il fenicottero”.

Osservando l’edificio dal piano terra si ha l’impressione di trovarsi in una foresta di pilastri la cui altezza varia dai 6,88 ai 10,35 metri, quote su cui sono impostati i primi impalcati. La struttura portante è dominante nel linguaggio architettonico, realizzata in acciaio non solo nelle parti verticali ma anche negli orizzontamenti, a vista sono anche gli elementi di controventamento. Le tamponature esterne sono realizzate con pannelli di graniglia a tinta base color pozzolana e cemento.

L’impressione che si ha percorrendo il piano terra è quella di uno spazio aperto e allo stesso tempo protetto.

Particolare attenzione viene data all’illuminazione naturale degli ambienti, viene molto utilizzata quella diffusa ottenuta attraverso l’inserimento di coperture curve vetrate.

 

Foto di Paolo Lindozzi
Testo di Alessandra Giancarlo