Biblioteca Benedetto Croce

Luogo: Pollone (BI), Via Caduti per la Patria 71

Autore: Leonardo Mosso

Cronologia: 1958 | 1969
Itinerario: Progettare il mutamento

Uso: Biblioteca

Nel 1958 Gustavo Colonnetti, professore al Politecnico di Torino, presidente del CNR, incarica il giovane Leonardo Mosso, appena tornato in Italia dopo un soggiorno di lavoro di tre anni presso lo studio dell’architetto finlandese Alvar Aalto, della costruzione di un “edificio sperimentale”, in memoria del figlio deceduto, che potesse accogliere i libri della libreria della residenza estiva dei Colonnetti a Pollone. Viene realizzato un edificio che si pone in contrasto con il tessuto edilizio esistente, ma al tempo stesso risulta essere discreto e misurato. La biblioteca si trova nel cortile di casa Colonnetti e arretra rispetto al filo stradale della via centrale del paese. Il risultato è uno scrigno di vetro che trasmette serenità e accoglie i giovani lettori.

Ciò che colpisce molto di questo edificio è la sua modularità, sia dimensionale che strutturale. Si decide di utilizzare pilastrini metallici scatolari a sostegno di travi in ferro a scatola di lamiera sottile. Le dimensioni delle lastre di vetro divengono il metro rispetto al quale modulare tutta la costruzione, ne risulta così una scansione costante dei prospetti e della copertura. Quest’ultima viene risolta da Leonardo Mosso attraverso la collaborazione con Gustavo Colonnetti, in cui l’ingegnere propone un paraboloide iperbolico rigato come struttura di copertura dell’intero volume. Dopo aver valutato diverse possibilità, viene finalmente individuato un materiale abbastanza flessibile e in grado di “torcersi” per assecondare la superficie rigata, il “Biclamp” di dimensioni 15×5, una particolare trave in ferro a scatola di lamiera sottile per montaggi di elementi prefabbricati.

Molto importante è l’attenzione che viene data all’illuminazione naturale. L’ambiente è unico ma ripartito in due ambiti, uno a tutta altezza e uno con ballatoio, è prevalentemente illuminato attraverso le ampie vetrature poste sui lati della biblioteca. I vetri utilizzati tipo “Profilit” con profilo a “U” accoppiati in modo tale da creare al loro interno una sorta di camera d’aria isolante e per generare un’atmosfera “acquatica” nella sala di lettura.

La parte superiore del ballatoio viene utilizzata come punto di lettura e la pavimentazione in legno riprende il rivestimento interno della copertura. Anche il parapetto è realizzato in legno, le assi si inseriscono all’interno delle campate dei pilastrini bianchi.

La parte inferiore del ballatoio è utilizzata come uffici. Il collegamento tra i due piani avviene attraverso una esile e leggera scala a chiocciola. Interessante è osservare come nonostante questa ripartizione dello spazio interno, non ci sia nulla di chiuso, ma tutto sia in comunicazione.

Esternamente lo spessore della copertura è marcato con una scossalina metallica che lo avvolge tutt’intorno il perimetro. Il rivestimento esterno in pietra di Luserna, tipica del Piemonte, viene scelto per conferire maggiore solidità al fronte su strada, anch’essa sagomata secondo i dettami del reticolo complessivo, assecondando lo sviluppo discendente della copertura nel prospetto laterale.

L’ingresso, come si osserva, è protetto da una pensilina ricavata dall’aggetto della copertura, elemento totalmente assente sul fronte strada punto in cui termina a filo con la facciata.

Foto di Simone Mizzotti
Testo di Alessandra Giancarlo