Località: Torino, quartiere Cavoretto, strada Comunale di Cavoretto
Autore: Ezio Venturelli
Cronologia: 1950 | 1954
Itinerario: La casa in Italia tra costruzione e sperimentazione
Uso: Residenza unifamiliare / studio
La villa-studio dello scultore Umberto Mastroianni sorge sul versante collinare del quartiere Cavoretto di Torino.
Lo scultore, attivo nella città, incarica l’amico architetto Enzo Venturelli, di progettare la sua abitazione-studio. L’amicizia tra i due nasce nel primo dopoguerra, momento in cui collaborano per diverse realizzazioni: Mastroianni si occupa degli apparati decorativi di alcuni dei progetti realizzati dall’architetto. La progettazione dell’edificio ha una lunga gestazione, dovuta alle dimensioni del lotto, modificato in corso d’opera in seguito all’acquisto di un terreno limitrofo, e alle difficoltà per l’approvazione del progetto definitivo.
Il complesso è suddiviso in due parti ben distinte: l’abitazione e lo studio. Il progetto prevede un trattamento differente della superficie esterna, così da rappresentare rispettivamente “il caos” e “l’ordine”.
Entrambe le parti presentano un basamento con andamento regolare e rivestito in pietra grigia.
La porzione di edificio destinata allo studio, espressione dell’“ordine”, presenta al piano terra una sala espositiva, il cui volume è scandito da elementi verticali a sezione quadrata, alternati a spazi vuoti, tra i quali si insinua la luce naturale. Ad ogni elemento verticale, al piano superiore, corrisponde un setto composto da due triangoli uniti alla base e leggermente estroflessi nel punto di giunzione. L’involucro geometricamente ordinato racchiude lo spazio dello studio.
Lo studio è un ambiente unico, caratterizzato da una forte presenza d’illuminazione naturale. Il prospetto a valle presenta bucature triangolari generate dal vuoto formatosi tra i setti a forma di doppio triangolo. Il prospetto laterale presenta un’ampia finestra orizzontale, che in parte tradisce il rigore geometrico della costruzione. L’illuminazione zenitale è garantita da un lucernario a soffitto. L’interno, oggi, appare fortemente modificato rispetto alla configurazione iniziale, a causa del cambio di destinazione d’uso.
La casa, al cui involucro esterno è affidata la rappresentazione del “caos”, è impostata su un basamento rettangolare rivestito in pietra grigia, sul quale è adagiato un volume in forte aggetto con un trattamento irregolare caratterizzato da volumi spigolosi, enfatizzati dal contrasto tra cromie chiare e scure.
La casa, al cui involucro esterno è affidata la rappresentazione del “caos”, è impostata su un basamento rettangolare rivestito in pietra grigia, sul quale è adagiato un volume in forte aggetto con un trattamento irregolare caratterizzato da volumi spigolosi, enfatizzati dal contrasto tra cromie chiare e scure.
A differenza dello studio, in cui le sagome dei setti compongono strutturalmente l’involucro ambientale, i volumi irregolari che caratterizzano la facciata della casa sono delle applicazioni esterne. Il volume degli spazi abitati si sviluppa arretrato rispetto alla sagoma esterna, lasciando spazio a dei balconi di forma irregolare.