Luogo: Cagliari, Via San Lucifero, 71
Autore: Libero Cecchini, Arturo Gentili Spinola
Cronologia: 1981 | 1992
Uso: spazio espositivo
Inaugurato nel 1993, EXMA – Exhibiting and Moving Arts, è uno spazio dedicato alla promozione delle arti contemporanee. La sua fondazione risale al 1852 quando su progetto del cavalier Domenico Barabino, Maggiore del genio Militare venne concepito come mattatoio. Fu, infatti, il primo macello della città di Cagliari.
Lo stabile è stato convertito in centro culturale dopo un importante intervento di riqualificazione e restauro affidato dal comune all’architetto Libero Cecchini e all’ingegnere Arturo Gentili Spinola. Il progetto prevedeva il recupero degli antichi spazi del macello ed il restauro degli elementi originari rimasti. L’edificio di notevole interesse storico e artistico fu utilizzato fino al 1964, poi venne dismesso per lungo tempo. Nei primi anni 80’ del 900 si intravide la possibilità di riutilizzare gli spazi ma lo stabile versava in un notevole stato di abbandono.
Il piano di riqualificazione predisposto da Libero Cecchini e Arturo Gentili Spinola ha permesso di esaltare le strutture preesistenti con minimi interventi aggiuntivi.
Si è provveduto al: consolidamento degli edifici e di parte delle mura di cinta.
Nell’edificio del portale del padiglione sono state recuperate e restaurate le edicole esterne, il grande cancello di ferro battuto e si è consolidato e ripulito l’intonaco, facendo riscoprire i colori originari: ocra e rosso. Colori che sono stati ripresi per tutti gli edifici.
Le grandi arcate gotiche con cornici in calcestruzzo sono state valorizzate, sia nell’edificio del portone d’ingresso sia nell’edificio principale, dove la facciata è ritmata oltre che dalle stesse arcate anche da oblò e da bucrani in pietra calcarea.
Un altro significativo intervento è stato apportato alla piazza antistante l’edificio principale dove i lavori fecero emergere le fondamenta di un’antica cisterna, distrutta dai bombardamenti durante la seconda guerra mondiale. Si decise di mantenerne il ricordo disegnando una pavimentazione che ne riprendesse la sagoma. Nel punto principale del piazzale fu realizzata una fontana con tre vasche contigue, arricchita da elementi bronzei, due raccordi, realizzati dall’ scultore Riccardo Cassini.
Per armonizzare il complesso si utilizzò la pietra locale, la trachite grigia e rossa di Fordongianus, per la pavimentazione del piazzale e per rivestire le nuove strutture esterne del cortile e del teatro a gradinate.
La soluzione progettuale prevedeva, oltra al recupero architettonico, anche, l’integrazione agli antichi spazi del macello di nuovi ambienti, funzionali, realizzati con moderni materiali, come i locali dei servizi: la biglietteria, un ambiente per il custode, l’area bar.
Anche negli ambienti interni, Libero Cecchini ha valorizzato gli elementi originari; come il pavimento realizzato in mattonelle di cotto fatte a mano e il massiccio architrave in legno del soffitto.