Università Carlo Bo, DESP, Palazzo Battiferri

Luogo: Urbino (PU), Via Saffi, n. 42

Autore: Giancarlo De Carlo, Monica Mazzolani; Michael Costantin, Fabio Leoni, Roberto Rosada (collaboratori); Domenico Fucili (consulente); Rodolfo Girelli (strutture)

Cronologia: 1986 | 1999

Itinerario: Costruire sul costruito | Progettare il mutamento

Uso: Edificio universitario

La Facoltà di Economia è l’ultimo intervento, in ordine di tempo, che Giancarlo De Carlo progettò all’interno del centro storico di Urbino, dopo aver realizzato la Facoltà di Legge, la Sede Centrale e il Magistero. La Facoltà di Economia occupa l’intero complesso dell’antico Palazzo Battiferri, composto da Palazzo Brandani, dal Convento di San Benedetto, con il giardino terrazzato, e dalla Casa delle Monache Agostiniane. Ne risulta un insieme edilizio complesso e articolato, sia da un punto di vista tipologico che della distribuzione degli spazi interni, che De Carlo ha cercato di mettere in relazione attraverso una serie di interventi finalizzati alla “conservazione e valorizzazione di un impianto che è cresciuto organicamente nel tempo adattandosi alla forma della città” (C. Bo, DATA).

Il complesso è caratterizzato dalla presenza di due vani scala a torre vetrata che collegano i vari ambienti della facoltà, posizionati all’interno di due corti ricavate dall’eliminazione di tutte le parti aggiunte nel corso dei secoli, che avevano nascosto le strutture originali cinquecentesche. L’Aula Magna, invece, è stata realizzata in un ambiente interrato ottenuto “svuotando” il giardino pensile che prospetta verso valle, dal quale riceve luce per mezzo di lucernai.

La scala a torre è l’elemento iconico della Facoltà di Economia, in quanto rappresenta la struttura “moderna” di maggior impatto visivo rispetto all’antico complesso edilizio.

“Le torri, rivestite di lastre trapezoidali in vetro, sono dotate di una superficie sfaccettata che frammenta l’immagine riflessa conferendo al volume cilindrico una torsione, un avvitamento, l’aspetto organico e vivo di un corpo in perenne e lento movimento”. (G. Bartocci, 2014)

Nell’ultimo piano del complesso edilizio, che un tempo era occupato dal refettorio e dalle camerate del monastero, è stata realizzata la Biblioteca di economia e sociologia e Centro di documentazione europea. Gli spazi ampi e luminosi mettono in risalto il tema centrale del progetto di De Carlo, ossia l’intento di coniugare l’antico con il moderno, particolarmente evidente nelle soluzioni di copertura, dove le antiche capriate lignee si compenetrano con le nuove strutture in acciaio.

La parte centrale di Palazzo Battiferri è occupata dalle aule più grandi e rappresentative della Facoltà di Economia. De Carlo le progetta in questa zona del complesso edilizio, nei pressi dell’ingresso principale, perché siano anche a servizio della città, nell’ottica di un dialogo costante tra Urbino e la sua università.

Il recupero di questi spazi destinati alla didattica ma anche a sala convegni o sede del Consiglio è sempre orientato al connubio tra antico e moderno, obiettivo raggiunto attraverso l’adozione di soluzione progettuali che garantiscano da una parte la lettura degli elementi caratterizzanti l’antico complesso edilizio e dall’altra la possibilità di sfruttare appieno le nuove funzioni alle quali l’edificio è chiamato a rispondere.

È l’acciaio il protagonista degli interventi che De Carlo progetta per le aule Blu, Amaranto e Rossa: una serie di strutture costituite da ballatoi, soppalchi e passerelle permettono di sfruttare al massimo le grandi volumetrie di alcuni ambienti del complesso edilizio, come nel caso dell’aula Rossa, sviluppata su tre distinti livelli per un totale di 150 posti.

Anche l’arredo costituisce elemento caratterizzante il progetto: De Carlo attua per questo intervento una rivisitazione di soluzioni già realizzate in precedenti progetti, adattandole alle nuove esigenze. Il recupero di Palazzo Battiferro è infatti “un episodio che, in un certo senso, raccoglie l’esperienza di tutti gli interventi che lo hanno preceduto e lo proietta verso il futuro per il suo modo sottile e totalmente inclusivo di proporre il recupero di un edificio antico” (G. De Carlo, 2000).

Testo di Maurizio Pece
Foto di Flavia Rossi