Istituto tecnico industriale Mattei

Luogo:  Urbino (PU), Via Luca Pacioli, 22

Autore: Edoardo Detti

Cronologia: 1961 | 1982
Itinerario: Progettare il mutamento

Uso: edificio scolastico

Progetto affidato dalla provincia di Urbino nel 1961 a Enrico Detti, allievo di Giovanni Michelucci. Si colloca a nord del centro storico lungo un declivio immerso in un paesaggio collinare di grande bellezza. Proprio questa particolare posizione porterà Detti ad eseguire uno studio molto accurato finalizzato al raccordo tra le varie parti dell’edifico e il loro armonioso inserimento lungo l’orografia del terreno. Il progetto viene così eseguito ragionando sulla possibilità di costruire a lotti separati ma strettamente interconnessi da percorsi e da spazi esterni. Il risultato è un’architettura che, come si legge nella relazione tecnica datata 1963, “ha assunto i caratteri di una piccola unità urbanistica, di un ‘campus’ dove si è stabilito di necessità uno stretto rapporto tra gli edifici come tali e gli spazi e i percorsi esterni, ambedue facenti parti della medesima unità plastica”.

Il complesso è composto sotanzialmente di due parti, situate l’una a monte e l’altra a valle. La prima comprende i corpi più alti e maggiormente rappresentativi della scuola ciascuno contenente una funzione specifica, la seconda con edifici più bassi a digradare lungo la pendenza del terreno ospita laboratori e officine.

Ogni funzione è ospitata in un edificio avente una propria volumetria, trattamento esterno e bucature diverse. Le aule di disegno sono collocate in questo corpo alto con la facciata rivolta a monte scandita da aperture geometriche e regolari che tendono a svuotarla. Queste ultime sono caratterizzate da infissi ad anta unica di colore rosso, elemento che si può ritrovare anche negli altri edifici e che ne connota il legame stilistico, e da inserti in vetro cemento. L’intero prospetto è scandito verticalmente dalla presenza di doppi setti leggermente distanziati tra loro che lo percorrono da terra a cielo. Nel prospetto a valle invece si osserva il trattamento in calcestruzzo faccia a vista.

Osservando il prospetto da una posizione più frontale si nota come l’articolazione delle bucature si ottenuta anche attraverso l’arretramento degli infissi e l’aggetto degli elementi orizzontali in calcestruzzo che si interrompono a ridosso dei setti verticali. L’unica linea orizzontale che prosegue lungo tutto il prospetto è quella dei solai di piano che tra l’altro non aggetta come le altre. Interessante notare come sia svuotato anche lo spazio tra i setti in cui trovano posto degli infissi stretti e alti come tutto il piano.

In questo edificio in cui si trovano le aule troviamo come sistema di finitura della facciata anche il laterizio, permangono il calcestruzzo faccia a vista e gli infissi di colore rosso. Sempre di colore rosso è anche il corrimano della rampa, elemento di raccordo degli edifici della parte a monte.

Gli edifici a valle si caratterizzano per l’uso prevalente del mattone faccia vista, che in alcuni casi lascia spazio sui prospetti a strette fessure verticali vetrate in dialogo con gli alti ed esili fusti degli abeti che dominano l’adiacente area verde.

All’interno dei laboratori colpiscono sicuramente le grandi travi sagomate che scandiscono trasversalemte lo spazio. La loro conformazione permette di avere una parte di copertura totalmente vetrata ottenendo così un’illuminazione naturale proveniente dall’alto, elemento essenziale in un ambiente di lavoro.

Foto di Luca Girardini – Marco Zorzanello
Testo di Alessandra Giancarlo