Piazza Sebastiano Satta

Luogo: Nuoro

Autore: Costantino Nivola; Richard Stein, Carl Stein (collaboratori)

Cronologia: 1965 | 1967

Uso: Spazio Pubblico

La piazza, dedicata al poeta nuorese Sebastiano Satta, è uno spazio di forma irregolare situato nel centro storico di Nuoro. Originariamente denominato Piazza del Plebiscito, nel 1965 lo spazio pubblico è intitolato al poeta anche per la presenza della casa in cui questi abitò. Contestualmente l’amministrazione comunale commissiona allo scultore Costantino Nivola un monumento per celebrare la memoria di Satta. Nivola, originario della città di Orani in provincia di Nuoro, ma newyorkese di adozione, elabora un progetto di sistemazione dello spazio all’interno del quale il monumento prende le sembianze di un racconto in otto episodi disseminati in altrettanti elementi in pietra.

La realizzazione della piazza condensa alcuni aspetti della personalità dell’autore e delle sue esperienze. L’artista trascorre infatti l’infanzia e l’adolescenza nella terra d’origine, fino a che negli anni Trenta del Novecento è costretto a emigrare negli Stati Uniti per sfuggire alle persecuzioni che minacciavano la moglie di origini ebraiche.  La carriera di Nivola è costellata di contatti e collaborazioni con architetti, che gli consentono di sviluppare l’interesse per elementi decorativi legati all’architettura, ambito nel quale sviluppa una consistente produzione. Per la piazza di Nuoro lo scultore affronta l’incarico costruendo un dialogo con la preesistenza mistilinea dello spazio urbano assegnato. Realizza una pavimentazione in granito con tessitura uniforme, interrotta esclusivamente da alcuni elementi in rilievo.

Il monumento al poeta è costituito da tre elementi principali: la pavimentazione regolare che episodicamente emerge dal piano di calpestio creando delle sedute, le grandi rocce informi collocate all’interno di riquadri di terreno che ospitano le otto piccole sculture in bronzo e infine la quinta architettonica preesistente a cui il progettista impone una tinteggiatura bianca per amalgamare la percezione, volendo creare uno spazio informe ed eterogeneo.

I grossi blocchi lapidei manifestano il radicamento dello scultore alle origini sarde. Sono collocati su dei brani di terreno definiti dalla pavimentazione, in essi sono praticate alcune sottrazioni puntuali di materiale destinate a creare la sede per ospitare otto figure in bronzo rappresentazione di episodi della vita del poeta.

Lo spazio non è concepito per punti di vista specifici o privilegiati, la disposizione degli elementi invita il fruitore a una esplorazione libera ma al contempo ordinata, le sedute che affiorano dal piano di calpestio sono composte dello stesso materiale della pavimentazione e di questo ricalcano anche dimensione degli elementi e orientamento, disponendosi le une parallele alle altre.

Episodicamente e senza una regola prestabilita, alcuni elementi appaiono sottratti alla disposizione originaria e disposti in prossimità dei banchi affioranti, come ribaltati per gioco da un passante, creando occasioni di curiosità e di sosta.

Foto di Davide Cossu
Testo di Luciano Antonino Scuderi