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Santuario dell’Amore Misericordioso

Luogo: Todi (PG), Località Collevalenza, Strada nazionale Tiberina, 3 bis
Autore: Julio Lafuente; Calogero Benedetti (strutture)
Cronologia:  1953 | 1965
Itinerario: Spazio sacro e memoria
Uso: Chiesa

A pochi chilometri da Todi, nella frazione di Collevalenza, è ubicato il Santuario dell’Amore Misericordioso, un’opera fortemente voluta da Madre Speranza di Gesù (María Josefa Alhama Valera), la quale nel 1951 si stabilì in questo piccolo borgo umbro con le suore e con i primi Figli dell’Amore Misericordioso, congregazione da lei fondata. Il complesso ecclesiastico fu progettato dall’architetto Julio Lafuente e comprende la Cappella del Crocifisso, eretta a Santuario dell’Amore Misericordioso nel 1955, la Basilica con la sottostante Cripta, consacrata nel 1965, la Casa del Pellegrino, quella per il clero infermo e le Piscine purificatrici destinate al bagno degli ammalati.
Il complesso di Collevalenza è un insieme di edifici molto ampio e diversificato, che caratterizza fortemente il luogo, rappresentando un segno evidente della modernità architettonica in un contesto paesaggistico vernacolare; un segno fortemente ricercato da Lafuente, diventato simbolo di un territorio ed elemento distintivo del messaggio evangelico dell’Amore Misericordioso.

Il nucleo centrale del complesso è costituito dalla Basilica e dalla Cappella dell’Amore Misericordioso, con al centro la torre campanaria che presenta una pianta costituita da quattro semicerchi contrapposti a formare una croce. La parte sommitale è conclusa con dei “tonavoce”, quinte murarie ad aggetto laterale, utili a rinforzare il suono delle campane; queste ultime sono direttamente fissate a slancio all’opera muraria, poste a filo esterno e con gli assi di rotazione traslati in fuori, mentre il campanone centrale a mezzambrosiano ha un massiccio contrappeso sul ceppo per bilanciarne la spinta.

Il complesso ecclesiastico prospetta su una grande piazza semicircolare, destinata ad accogliere i pellegrini, delimitata da un’alta recinzione cilindrica in cemento armato, forata lungo il perimetro esterno ed aperta verso l’interno per permettere la seduta. Al di sotto della piazza vi sono alcuni ambienti destinati all’accoglienza dei visitatori, un bar ristorante ed una foresteria.

Il primo edificio ad essere realizzato fu la Cappella dell’Amore Misericordioso, un piccolo tempio dalle linee architettoniche estremamente semplici. La facciata è caratterizzata da una pensilina aggettante, che copre il portone d’ingresso, al di sopra della quale si apre un finestrone romboidale ad intrecci. La chiesa presenta una pianta a croce latina, conclusa dall’abside, rivestito in legno pregiato, al centro del quale è collocato il Crocifisso dell’Amore Misericordioso, scultura lignea policroma opera dell’artista spagnolo Cullot Valera. Un passaggio coperto collega la Cappella all’ingresso della Cripta, dalla quale per mezzo di una scala elicoidale, dalle pareti tessute in mattoni, è possibile accedere alla Basilica superiore.

La basilica, con la sua maestosità, rappresenta il centro di tutto il complesso. La facciata, come nella Cappella, presenta un’ampia tettoia in cemento armato a protezione dell’ingresso; la rigidità di questo elemento è bilanciata dalla leggerezza della sovrastante parete concava, composta da una griglia di pezzi di calcestruzzo circolari, che reinterpretano in chiave moderna il classico rosone.

Lo spazio interno della Basilica, a unica navata, è delimitato da una serie di cilindri in mattoni, di diametro variabile, leggermente distanziati gli uni dagli altri per lasciar penetrare la luce attraverso vetrate policrome. I cilindri, tagliati verso l’interno della basilica per tutta la loro altezza, formano delle cappelle, mentre nella zona presbiteriale i due cilindri che compongono la parete absidale hanno il taglio rivolto verso l’esterno e presentano piccoli fori per far filtrare la luce.
La copertura in cemento armato, che dà unità a tutto l’insieme, presenta una scanalatura a croce che confluisce nel tiburio conico sovrastante l’area presbiteriale, creando un gioco di luci che accompagna lo sguardo del visitatore verso l’altare maggiore.

Tutta l’attenzione all’interno della Basilica è concentrata sull’area presbiteriale di forma circolare. Rialzata di alcuni gradini rispetto al piano della chiesa e realizzata interamente in marmo bianco, essa ospita al centro l’altare maggiore, e sui lati l’ambone, la cattedra e il tabernacolo. L’area è sovrastata da un baldacchino costituito da una corona di rame, sospesa sopra l’altare, e attaccata al soffitto mediante fili di acciaio. Dal presbiterio il pavimento listato in pietra rosa locale si irradia in cerchi concentrici dall’altare, fino a incontrare le cappelle laterali.

Nella parte retrostante il presbiterio, sul lato destro di fianco alla torre absidale, è collocato un organo monumentale, con canne di legno e di vari metalli, disposte secondo una particolare disposizione: i corpi sonori poggiano su appositi soppalchi realizzati a quote di altezza differenti, mentre la consolle mobile è posta al pianterreno nella torre dietro l’altare.

Una scala elicoidale collega la Basilica alla Cripta, parzialmente interrata e delimitata dal prolungamento degli stessi cilindri portanti che formano le cappelle laterali della chiesa superiore. La Cripta ricalca l’organizzazione spaziale della Basilica, con il presbiterio di forma circolare rialzato rispetto al piano del Tempio e sovrastato da una bassa cupola musiva. Nella parte retrostante l’altare è ubicata la tomba di Madre Speranza: Lafuente propose di  “unire” la Madre al suo Santuario, rialzando il pavimento per incorporarne la tomba.

Foto di Flavia Rossi
Testo di Maurizio Pece