Johns Hopkins University

Luogo: Bologna, Via Beniamino Andreatta, 3

Autore: Enzo Zacchiroli

Cronologia: 1959 | 1960
Itinerario: Progettare il mutamento

Uso: edificio universitario

Il SAIS Bologna Center, dell’Università Johns Hopkins di Baltimora, nasce come un esperimento di educazione internazionale, scopo della School of Advanced International Studies è quello di offrire corsi altamente specializzati a studenti di varie nazioni, destinati a carriere internazionali. Nel 1958 per la realizzazione del nuovo edificio dell’Università americana in via Belmeloro viene incaricato l’architetto Enzo Zacchiroli. Ciò che appare subito evidente è la volontà di non uniformarsi al tessuto circostante ma di distaccarsene completamente. L’edificio è composto da due volumi collegati tra loro, uno principale e uno secondario in cui è collocata la biblioteca. Il volume principale è organizzato secondo una struttura gerarchica che mette a sistema gli ambienti, disposti su tre livelli. Al piano interrato sono collocati gli impianti e i locali di servizio, al piano terra si trovano gli spazi di distribuzione alla biblioteca e all’auditorium, quelli di incontro e socializzazione come la caffetteria. I piani superiori fino all’attico, in cui è collocato l’appartamento del direttore, sono destinati agli spazi principali dell’università: aule, uffici.

L’edifico è realizzato in muratura faccia a vista, in alcuni punti il mattone diventa motivo decorativo della facciata, in particolare si possono osservare le fasce verticali al di sotto delle finestre del piano terra ottenute attraverso un susseguirsi di arretramenti e di aggetti del laterizio. L’omogeneità del paramento viene interrotta dai segni orizzontali delle finestre a nastro. Interessante osservare come questa orizzontalità sia estesa anche ai punti privi di bucature attraverso il prolungamento della piattabanda metallica posta a coronamento delle finestre che cambia quota e diventa negli spazi pieni una fascia marcapiano.

Gli infissi in legno ripartiti simmetricamente tra piano primo e secondo seguono una precisa partitura nell’alternanza tra le vetrature di due diverse dimensioni e le parti piene realizzate con un grigliato anch’esso in legno.

Il corpo che ospita la biblioteca risulta essere più basso e avanzato verso alla strada, completamente autonomo rispetto al precedente. Il collegamento tra i due volumi è enfatizzato a livello di prospetto attraverso le finestre del secondo piano dell’edificio principale che si restringono in altezza proprio per far posto all’attacco fra i due volumi, e quelle del primo piano girano con un modulo sul volume della biblioteca per poi restringersi in altezza per acquisire la dimensione che sarà di coronamento del volume stesso. Unico altro segno orizzontale di interruzione della monoliticità di questo secondo corpo è l’insermento di un altro taglio vetrato nell’angolo verso l’ingresso dell’Università. La coesione all’edificio principale è inoltre assicurata anche dall’utilizzo dello stesso coronamento metallico di dimensioni ridotte rispetto a quello del volume principale.

La grande vetrata prospicente al vano scala è scandita in orizzontale da grandi travi visibili in tutta la loro altezza, e in verticale, da profonde lame lignee a formare una sorta di brise soleil.

All’interno dell’edificio è possibile rileggere i materiali utilizzati all’esterno, in questo caso ritroviamo la muratura faccia a vista e il legno che diventa pannello divisorio e decorativo. Il laterizio si alterna alle pareti intonacate. Il pavimento è in lastre di marmo chiaro.

L’uso di pavimetazioni differenti permette di diversificare le varie funzioni interne, frazionate anche attraverso pannelli mobili in legno. Tali pannelli sono realizzati in listelli verticali a sezione più grande e orizzontali di controvento a sezione minore, ne risulta un interessante effetto decorativo che accentua il verticalismo.

La scala interna realizzata in cemento armato è rivestita in legno sia sulla pedata che sull’alzata, dello stesso materiale sono i pianerottoli e la zoccolatura che li circonda e che riveste anche le varie rampe seguendone l’inclinazione. Il corrimano è in legno e vetro, interessante il sistema di ancoraggio del corrimano alla soletta della scala risolto con una struttura metallica di colore blu di sostegno.

Foto di. Luca Girardini – Marco Zorzanello
Testo di Alessandra Giancarlo