La città, la storia, la tradizione, l’ambiente naturale e costruito, la ridefinizione del paesaggio sono terreni privilegiati della ricerca e dell’architettura, in particolare, nell’opera di Roberto Gabetti e Aimaro Isola.
Il progetto, come forma di conoscenza, costituisce il fondamento etico dell’opera di architettura che spazia in un orizzonte aperto in cui il radicamento locale e il sapere tecnico sono punto di partenza per interpretare la continuità tra modernità e tradizione.
Il raccordo fisico e funzionale tra volume costruito, attività insediate, ambiente esterno, nel controllo oggettivo del proprio fare, diviene operativo anche attraverso una attenzione ai materiali correnti del settore edilizio e alle fasi del cantiere, vissuto nella pluralità dei saperi artigianali, come “conoscenza dei mestieri”.
Il disegno di Gabetti e Isola raggiunge invenzioni formali come naturale concretizzarsi di un procedimento personale che ha le radici in un atteggiamento etico.
Dal 1950 Gabetti e Isola costituiscono uno dei sodalizi professionali più fertili nel panorama dell’architettura italiana contemporanea. Le loro opere testimoniano una orgogliosa indipendenza da soluzioni correnti che dissente, quasi forzatamente, da aprioristiche metodologie, riproponendo la tradizione costruttivista piemontese come espressione di un linguaggio originale e inconfondibilmente legato all’esperienza.