Luogo: Fiumicino (RM), Piazza Gen. C.A. Dalla Chiesa, 78
Autore: Alessandro Anselmi, Maurizio Castelli, Pia Pascalino, Natale Russo
Cronologia: 1995 | 2002
Itinerari: Architetture per la collettività
Uso: palazzo pubblico
Nel 1992 Fiumicino, fino ad allora Circoscrizione di Roma, diviene un comune autonomo e necessita del proprio Municipio. Il luogo prescelto si trova all’ingresso del centro urbano, nell’area dell’ex-stazione ferroviaria, lungo la via Portuense, e si affaccia sul canale Pio-Clementino. Alessandro Anselmi, chiamato dal sindaco Giancarlo Bozzetto a redigere la soluzione per l’edificio pubblico e per la sistemazione generale del quadrante urbano, configura il Municipio come una superficie che, a partire dal piano stradale, si piega e si inclina per creare una piazza, coprendo col proprio manto i corpi edilizi che compongono il fabbricato.
Se ne determina un progetto enigmatico, nel quale l’edificio allo stesso tempo rivolge le spalle al canale, aprendo però il proprio retro all’uso collettivo consentito dal piano digradante della propria copertura, che raggiunge la quota urbana. Risalendo questa superficie fino alla quota più alta è possibile percepire il fiume e il paesaggio circostante.
La superficie continua in cemento armato e interamente rivestita di mattoni definisce il piano inclinato della piazza, per sollevarsi poi in verticale a formare le due facciate degli edifici che ospitano gli uffici. Queste ultime sono misurate da una sequenza regolare di finestre a nastro orizzontali. La superficie si piega poi nuovamente per diventare il tetto dei corpi laterali, declinando in maniera inedita un ambiguo rapporto tra degli elementi fondamentali dell’architettura: il pavimento, la facciata, la copertura.
Pur offrendo il proprio ingresso principale al quartiere retrostante di nuova edificazione, Anselmi prevede un accesso diretto dalla piazza, mediante un taglio nella parte in cui questa diventa una gradinata, celando sotto il proprio piano inclinato la Sala Consiliare.
Gli ambienti interni gravitano intorno ad un atrio a doppia altezza che, attraverso una scala in metallo, collega la quota dalla quale si accede dalla piazza alla quota urbana.
La luminosità dell’atrio è garantita dalla presenza di due patii che si inseriscono nella parte alta della piazza, due veri e propri pozzi di luce naturale che interrompono il grande piano inclinato della superficie rigata soprastante.
La Sala Consiliare si trova sotto la gradinata che articola la piazza superiore, il cui intradosso scandisce il soffitto dello spazio interno.
Gli uffici sono collocati nei due corpi a L che delimitano l’area verso nord e verso est: quello a nord è un edificio di quattro piani, mentre quello a est si compone di tre livelli.
I prospetti di entrambi, opposti a quelli definiti dalla superficie in mattoni, sono caratterizzati dall’alternanza tra pannelli in vetro e in alluminio, che ne determinano la scansione orizzontale. Tra questi corpi, Anselmi scava un grande vuoto che individua l’ingresso principale al Municipio. Il piano attico si distacca dal manto di copertura determinando una grande terrazza affacciata sulla città, nella quale i pilastri che sostengono ai due angoli la pesante copertura si avvalgono, per assorbire il forte aggetto, di una sorta di capitello estradossato, invisibile dalla quota urbana.