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Padiglione della Cassa per il Mezzogiorno

Luogo: Cagliari, Quartiere fieristico,Via Armando Diaz, 221
AutoreAdalberto Libera; Giovanni Girardet (strutture)
Cronologia: 1952 | 1953
ItinerarioNuove architetture per la nuova società
Uso: padiglione espositivo

Il Padiglione della Cassa per il Mezzogiorno a Cagliari, progettato dall’architetto Adalberto Libera, è una importante testimonianza dei suoi studi sul tema del rapporto tra forma e struttura.

Realizzato nel 1953 all’interno della III Fiera Campionaria della Sardegna, il padiglione aveva lo scopo di promuovere le attività della Cassa per il Mezzogiorno nell’isola. La sua costruzione fu parte di un più ampio progetto del polo fieristico di Cagliari, iniziato nel 1951 dalla Società Generale Immobiliare SoGene.

Il padiglione è noto per la sua innovativa struttura in cemento armato, caratterizzata da una copertura a “tenda” con geometria a vele sfaccettate, che conferisce dinamicità all’edificio e garantisce anche un’ampia ventilazione e uno spazio ombreggiato grazie alle pareti inferiori aperte.

La copertura è l’elemento distintivo del volume. È interamente in cemento armato, materiale plastico, versatile e durevole per la definizione delle vele piegate del padiglione.

La pianta dell’edificio è un quadrato di 26 metri per lato e la copertura si estende su tutta la superficie del padiglione con notevoli sbalzi.

La struttura principale è costituita da due portali ad arco a tre cerniere, composti da elementi monolitici trave/pilastro posti a distanza di 15 metri l’uno dall’altro. Le travi sagomate e a sezione variabile si appoggiano su scultorei pilastri trapezoidali, rastremati verso il basso. Sopra di esse vi è una tessitura di travi secondarie che si assottigliano verso gli estremi e hanno un forte sbalzo rispetto alle travi principali. Il manto di copertura è costituito da una soletta molto sottile e piegata in cemento armato che collabora nella sopportazione delle sollecitazioni strutturali.

Struttura e forma si integrano a comporre l’immagine scultorea del padiglione, per la cui progettazione strutturale Adalberto Libera si è avvalso della collaborazione dell’ingegnere strutturista Giorgio Girardet.

Nel 1973, a seguito di problemi strutturali, l’edificio fu sottoposto a una significativa ristrutturazione da parte degli architetti Ubaldo e Roberto Badas, i quali aggiunsero delle tamponature verticali laddove il padiglione era stato concepito come uno spazio coperto ma aperto. Le pareti hanno la duplice funzione di irrigidire la struttura e di consentire l’uso del padiglione per conferenze ed esposizioni.

Nel corso del tempo la struttura ha conservato il suo fascino e ha dimostrato una grande adattabilità alle mutate esigenze d’uso.

Oggi il padiglione è prevalentemente una sala espositiva conosciuta come Sala Figari, dal dipinto “La sagra di San Costantino” di Filippo Figari, che vi è esposto.

Foto di Davide Cossu
Testo di Marina Lo Re