Luogo: Milano, Portello
Autore: Valle Architetti Associati (Gino Valle, Pietro Valle, Piera Valle Ricci Menichetti); Marco Carnelutti, Francesco De Cillia, Roland Henning, Sergio Bignami, Stefano Bindi, Elena Carlini, Luisa Foretich, Carlo Mauro, Paolo Turco, Walter Vidale, Robert Zizzutto, Topotek 1 (Martin Rein-Cano, Lorenz Dexler, Anna Lundquist) (collaboratori); Sajni e Zambetti (strutture); MG Progetti; Amman Progetti (impianti)
Cronologia: 1998 | 2014
Uso: spazio pubblico
La piazza dedicata a Gino Valle, è la più grande di Milano, emblema del nuovo piano urbanistico che ha coinvolto il quartiere del Portello. Il progetto, configurato da Gino Valle, fondatore dello studio Valle Architetti Associati, dopo la sua scomparsa, avvenuta nel 2003, è stato ripreso da Pietro Valle e Piera Ricci Menichetti portando a termine la progettazione. Nel 2015 la piazza ha aperto al pubblico, in concomitanza con l’inaugurazione di Expo 2015.
La vasta area occupata della piazza Gino Valle e conseguenza di un piano di riconversione che ha interessato l’ex stabilimento dell’Alfa Romeo tra il 1998 e il 2001. Il sito copriva un’area di 215.825 mq.
Il piano prevedeva la presenza della piazza delimitata da un grande parco e del complesso commerciale coperto da una grande pensilina trapezoidale, una passerella pedonale, che sovrappassa Viale Serra, due aree residenziali e vari percorsi di collegamento.
Lo studio Valle Architetti Associati ha realizzato i progetti di due delle principali opere in pianta: la piazza con i tre uffici e il complesso commerciale.
Al centro del progetto, la grande piazza a ventaglio, realizzata in pendenza, che, in realtà, è una struttura dotata di funzioni. La base è strutturata su due livelli sotterranei e uno fuori terra, qui trovano collocamento diversi parcheggi, servizi, spazi commerciali e un ristorante. Non si tratta quindi di un mero piano di calpestio, ma di un elemento flessibile a servizio di tutte le strutture sovrastanti. Progettata da Topotek 1, la pavimentazione, che ricorda lontanamente la soluzione geometrica progettata da Michelangelo per la piazza del Campidoglio, trova qui una continuità ritmica con l’alternanza di finestre a fasce specchiate, creando audaci giochi di riflessi.
I tre edifici, adibiti ad uffici, racchiudono irregolarmente la piazza dando così senso di unità allo spazio ma al tempo stesso di ariosità. Il loro volume è enfatizzato dalle forme irregolari.
I pannelli che rivestono le facciate opachi nella parte inferiore, gradualmente perdono consistenza. Il rivestimento superiore, si caratterizza per una leggera maglia reticolata che man mano si smaterializza.
Donato dall’artista al Comune di Milano nel 2015, l’opera a bassorilievo, Grande Cancellatura per Giovanni Testori campeggia sul lato della piazza. Si tratta del primo intervento di arte pubblica dell’artista. Il lavoro riporta un passo tratto da; Il ponte della Ghisolfa, una raccolta di Giovanni Testori del 1958 dedicata al mondo della periferia milanese. Isgrò interviene sul brano tramite l’espediente concettuale della cancellatura, oscurando alcune parole del testo. Dalle frasi isolate emerge il seguente messaggio: “Del ponte che i lampioni illuminavano/di tremore smisurato/altrove”. L’artista in tal modo mette in risalto la potenza cognitiva e visuale della parola.