Luogo: Firenze, viale Benedetto Croce, via Isonzo, via Tagliamento
Autore: Giovanni Michelucci, Leonardo Ricci, Leonardo Savioli
Cronologia: 1957 | 1980
Itinerario: Costruire case, fare città
Uso: Residenze sociali e servizi
Frutto di uno dei più discussi Piani Urbanistici degli anni Sessanta, l’insediamento di Sorgane avrebbe dovuto essere una vera e propria città satellite per 12.000 abitanti, posta sulle colline a sud-est dell’area metropolitana fiorentina. Il piano, originariamente coordinato da Giovanni Michelucci nel 1957, venne in seguito ridimensionato e prese le proporzioni di un quartiere di 4.000 abitanti, dislocato esclusivamente nell’area pianeggiante alle pendici dei rilievi.
La progettazione architettonica fu affidata a tre gruppi coordinati da Ferdinando Poggi, Leonardo Ricci e Leonardo Savioli. Questi ultimi due, attraverso un linguaggio che unisce organicismo e brutalismo, realizzarono architetture che portarono a Firenze la forza dell’utopia della “macrostruttura”, un’idea di edificio-città che negli anni Sessanta costituì un orizzonte per la cultura architettonica più innovativa, nel tentativo di superare una tradizione legata ad una visione più quotidiana e vernacolare del quartiere. In particolare, l’edificio denominato «La Nave» (1962-1966), progettato da un gruppo guidato da Leonardo Ricci, è considerato una delle più importanti architetture del XX secolo realizzate nella città di Firenze.
Le architetture di Ricci e Savioli sono quasi sempre formate da sequenze di piani e di spazi tenuti insieme da sistemi di “vertebre”, generalmente telai o setti portanti. Su di essi si innestano, con grande complessità espressiva, i volumi abitativi, “scorrono” i balconi, arretrati o aggettanti, si incastrano coperture, pensiline e ballatoi.
L’edificio D, progettato dal gruppo Savioli, si sviluppa su 5 piani di cui i primi due svuotati. Questo spazio è occupato a piano terra da garage, sulla copertura dei quali è ricavato uno spazio pubblico di accesso al vano scala.
La “Nave”, come quasi tutti i blocchi del quartiere, è realizzata in calcestruzzo armato a vista, anche per enfatizzare il ruolo della struttura. Tutto l’edificio è distribuito da un lungo ballatoio sospeso, una sorta di strada in quota, accessibile dal livello urbano attraverso scale aperte. I prospetti sono caratterizzati da una grande plasticità determinata dagli aggetti di ballatoi e balconi, dalla presenza di coperture inclinate e prominenti, dal dettaglio delle travi “calate” a mensola sempre a vista. Le scale danno accesso al ballatoio comune, che distribuisce gli alloggi al primo livello.
La sequenza degli alloggi “a pettine” su via Enrico De Nicola è servita da un lungo ballatoio. Gli alloggi sono separati dal suolo da un piano adibito a garage, caratterizzato dalla sequenza alternata di setti e pilastri in cemento armato.