Luogo: Verona, corso Castelvecchio, 2
Autore: Carlo Scarpa
Cronologia: 1956 | 1975
Itinerario: Caccia al tesoro
Uso: Museo
Quando nel 1956 Carlo Scarpa è incaricato del restauro e dell’allestimento del Museo di Castelvecchio, il Castello medievale era già stato fortemente rimaneggiato in due occasioni: in epoca napoleonica, con la costruzione di un fortino lungo i lati settentrionale e orientale, e nel 1924, quando aveva subito alcuni interventi di ripristino in seguito alla sua trasformazione in edificio museale. Il progetto di Scarpa opera tagli e cesure per mettere in evidenza la stratificazione e l’articolazione per nuclei distinti appartenenti ad epoche diverse: la Reggia medievale e la Galleria ottocentesca. La facciata di quest’ultima con la loggia centrale definisce il fronte principale della corte. Qui, in posizione asimmetrica, Scarpa colloca l’ingresso al museo.
Scarpa pone nei punti di collegamento tra strutture appartenenti a epoche diverse, percorsi, scale, passaggi aerei che riconnettono le parti. Tutti questi elementi vengono realizzati con materiali moderni in modo da rendere riconoscibile la loro appartenenza all’intervento di restauro. Nel vuoto creato demolendo l’ultima campata del galleria ottocentesca, nel punto in cui è collegata con la Reggia, un sistema di passerelle metalliche circonda la statua equestre di Cangrande, che si erge su una mensola di cemento.
La galleria delle sculture, posta al piano terra della parte ottocentesca, è definita da un’infilata di sette grandi sale, collegate da passaggi a volta, illuminate dalle bifore e trifore gotiche che definiscono il fronte principale. Diversi materiali qualificano gli elementi che delimitano lo spazio: una lunga trave in ferro il soffitto; intonaco per le pareti, cemento frattazzato bordato con liste di pietra di Prun per il pavimento; lastre di pietra di Prun rosa per gli imbotti dei passaggi a arco.
Nella galleria delle sculture sono esposte opere dal XII al XV secolo. Per ognuna di esse Scarpa individua la giusta collocazione e progetta il supporto adatto per esporle. Per il gruppo scultoreo della Crocifissione di Tomba, l’architetto sceglie una collocazione d’eccezione: l’ultima sala del piano terreno, a conclusione dell’infilata prospettica della galleria.
La Pinacoteca, collocata al primo piano della Galleria e della Reggia, espone opere del Medioevo veneto dal XIII al XVI secolo. Scarpa le valorizza collocandole su semplici mensole lapidei e su cubi di tufo.
Per le opere pittoriche Scarpa studia sottili cornici a “cassetta” per esaltare le qualità del dipinto.
Il distacco tra la scala e la parete è un segno distintivo della poetica scarpiana. Il rivestimento è tagliato “a gradoni”, corrispondenti ciascuno a tre gradini della scala sottostante.