Luogo: Sciacca (AG)
Autore: Giuseppe Samonà, Alberto Samonà
Cronologia: 1973 | 1980
Itinerario: Nuove Architetture per la nuova società
Uso: Teatro
Il progetto del teatro Popolare di Sciacca nasce per l’esigenza di offrire servizi di tipo turistico-ricettivo nella nascente zona termale. L’opera è affidata a Giuseppe Samonà, già impegnato in diverse realizzazioni in Sicilia, che lo realizzerà in collaborazione con il figlio Alberto.
Il progetto ha una vicenda travagliata, che porta a diverse modifiche: da principio lo spostamento dal sito prescelto per problemi legati alla stabilità del terreno, proseguendo con numerose variazioni relative agli accessi e al sistema distributivo, che daranno luogo alla redazione di diverse versioni del progetto. Lo schema di base dell’edificio, costituito dalla giustapposizione di tre volumi, è identificabile sin dai primi schizzi di studio risalenti al 1970 e viene mantenuto fino all’ultima versione del 1978. Il teatro consta di due sale affrontante, separate dal volume parallelepipedo dei servizi per la scena, rispettivamente di forma troncoconica la maggiore e semi-piramidale la minore.
Le sagoma troncoconica della sala principale, con una capacità di 1200 posti, è informata, come il resto del progetto, a rigide regole geometriche. L’asse del cono è inclinata di 43° rispetto all’orizzontale e il cono stesso è sezionato da un piano inclinato di 16°. Tutte le superfici esterne mostrano il calcestruzzo faccia a vista, sull’estradosso della sala maggiore sono impresse delle tracce orizzontali e verticali che evocano una tessitura a conci sfalsati.
L’accesso agli ambienti dell’atrio e del foyer avviene attraverso un portico impostato su pilastri. L’organizzazione della sala principale è articolata su due ordini, ai quali è possibili accedere dall’esterno tramite dei corpi scala disposti simmetricamente rispetto all’ingresso principale. L’aggiunta delle scale fa parte di una modifica apportata al progetto con l’inserimento di una galleria all’interno della sala maggiore per aumentare il numero dei posti a sedere.
Il blocco centrale, di forma prismatica, contiene la scena di entrambe le sale, che, all’occorrenza, possono essere messe in comunicazione. Il volume emerge dal suolo per un’altezza di ventisei metri e si sviluppa al di sotto del piano di calpestio per sei metri. Al di sotto della scena trovano posto gli spazi per gli attori, il laboratorio e il deposito scene.
Il corpo di fabbrica, realizzato in calcestruzzo armato, presenta le nervature strutturali estradossate, fattore che contribuisce alla percezione plastica del volume. Sui lati corti sono presenti due sculture metalliche, inscritte all’interno di cornici di calcestruzzo, disegnate da Alberto Samonà insieme ad altri elementi decorativi presenti nella cuspide della piramide e nel recinto esterno.
Il travagliato cantiere è avviato nel 1979 ma, dopo un breve fermo nel 1984 a seguito della scomparsa di Giuseppe Samonà, deve essere redatta una nuova variante, questa volta su disegno del solo Alberto, il quale interverrà nuovamente all’inizio degli anni Novanta.