Luogo: Milano, Via Giovanni Celoria, 26
Autori: Vico Magistretti, Francesco Soro
Cronologia: 1978 | 1981
Itinerario: Progettare il mutamento
Uso: sede universitaria
Progetto realizzato tra il 1978 e il 1981 a seguito dell’aggiudicazione di un bando di concorso da parte di Vico Magistretti e Francesco Soro. La Facoltà di Biologia dell’Università Statale di Milano si articola in 3 edifici a torre dedicati agli spazi della ricerca (laboratori e dipartimenti) e da un corpo più basso a pianta semi-circolare in cui sono collocate 4 aule studio. Le aule affacciano direttamente su via Golgi, mentre le torri sono incernierate attorno ad un atrio posto nel cortile e collegate tra di loro attraverso i percorsi di distribuzione verticale (corpo scala e ascensore).
Nell’osservare il collegamento della torre con il corpo scala, che da questo lato è realizzato con ampie vetrate schermate da una serie di pilastrini circolari, si possono leggere oltre l’attacco a terra realizzato con un basamento in cemento, il segno grafico rosso dei pilastri aggettanti, gli inserti in ceramica bianca e i tondi verniciati in color oro che decorano i pannelli prefabbricati delle tamponature.
L’ingresso del corpo scala di una delle aule studio è realizzato come un volume monolitico semicircolare, alterato solo dalla presenza di 3 bucature circolari che seguono l’inclinazione della scala, questo per garantire un’illuminazione naturale della stessa. L’attacco a terra del volume viene risolto svuotando parzialmente l’angolo, lasciando poggiare a terra solo un importante pilastro a sezione circolare.
Le aule, in totale cinque, una da trecento posti, una da cento e tre minori, sono disposte nei settori, di differenti dimensioni, ottenuti dalla scomposizione del volume semicircolare di base.
Il basamento dell’edificio in questo punto è rivestito in pietra, le parti strutturali sono lasciate in calcestruzzo a vista.
Ulteriore elemento di contrappunto è rappresentato dai volumi che contengono gli elementi di risalita, la cui massa in calcestruzzo a vista inciso in corrispondenza dei piani si confronta con la sofisticata trama dei tamponamenti dei laboratori.
Il complesso è impostato sulla distinzione fra la zona dedicata alla ricerca e quella dedicata alla didattica. Nella parte della didattica il volume basso, frastagliato, a pianta semicircolare, con copertura radiale in rame alternata a elementi trasparenti entra in netto contrasto con i blocchi compatti delle tre torri.
L’attenzione al cromatismo e agli effetti della luce si legge anche negli spazi interni realizzato attraverso la scelta degli elementi di finitura, ne è un esempio il pavimento dell’atrio in polivinile a scacchiera bianca e grigia, che crea un suggestivo effetto di rifrazione con il lucernario in acciaio sovrastante.
I prospetti delle torri sono caratterizzati dall’aggetto dei pilastri in cemento armato che sui lati del volume corrono lungo tutta l’altezza dell’edificio, mentre nella parte centrale di ciascun prospetto si fermano in corrispondenza delle finestre dell’ultimo piano. Le tamponature sono realizzate con pannelli prefabbricati. Dal terzo piano di ciascuna torre le dimensioni in altezza delle tamponature aumentano creando una progressiva diminuzione dell’altezza delle fasce continue dei serramenti realizzati in ferro e dipinti di bianco. Le torri hanno copertura piramidale in lastre di rame, sormontata da quattro comignoli circolari.