Villa San Sisto

Luogo: Bardonecchia (TO)
Autore: Paolo Ceresa
Cronologia: 1950 | 1953
Itinerario: La casa in Italia tra costruzione e sperimentazione
Uso: villa unifamiliare

Villa San Sisto è stata progettata dall’architetto Paolo Ceresa nel 1953. Si trova a Bardonecchia in via Mazzini, Borgo Vecchio e si contraddistingue per il suo design ancora attuale.

Bardonecchia, situata nella Valle della Dora Riparia, è una località alpina dalle radici antiche oggi nota per il suo patrimonio paesaggistico e per il suo sviluppo turistico. La cittadina ha infatti visto un’importante evoluzione e crescita nel corso del XX secolo, con la redazione nel secondo dopoguerra di un nuovo progetto urbanistico, la realizzazione di impianti di risalita e la costruzione di numerosi edifici volti soprattutto all’accoglienza di turisti estivi e invernali.

Nella trasformazione dell’antico borgo hanno un peso importante le opere dell’architetto Paolo Ceresa, tra le quali spicca il progetto di villa San Sisto.

Villa San Sisto si inserisce nel contesto dell’architettura alpina tradizionale, caratterizzata dall’uso di materiali locali come pietra e legno, tetti spioventi per gestire le nevicate abbondanti, loggiati esposti al sole, strutture robuste atte a sopportare condizioni climatiche difficili, con un approccio innovativo, rielaborando completamente la concezione dei volumi.

La villa presenta linee pulite e un design che enfatizza la luce naturale e la connessione con l’ambiente circostante, realizzando fronti completamente diversi a seconda dell’esposizione. La struttura in cemento armato consente la realizzazione di grandi vetrate che si aprono verso il sole; il rivestimento ligneo e la presenza di un tetto a falde si riallacciano alla tradizione ma sono utilizzati in modo completamente nuovo.

La villa ha i quattro prospetti esterni con volumi e forme asimmetrici. La particolare lavorazione delle facciate, che mutano secondo le diverse esposizioni visuali della casa stessa, è una caratteristica tipica delle architetture moderne alpine, in cui ricorrono sperimentazioni sui materiali come la pietra o il legno, la lavorazione spesso ardita delle falde del tetto, la configurazione di volumi plastici con un’articolazione regolata dal rapporto con il paesaggio e dall’esposizione solare.

In particolare questa villa a partire dal tema della casa alpina a doppia falda a pianta rettangolare rielabora un volume fatto di piani inclinati di forma trapezoidale che configurano due elementi che si incastrano. Un elemento, quasi una pelle in legno a doghe orizzontali, si stacca da un volume di base ad intonaco con zoccolatura in pietra che lo protegge dal freddo terreno.

Il volume, più regolare sui fronti verso la strada, dal lato del giardino diviene scultoreo e ricco di piegature, aggetti, risalti, rientranze.

Ogni elemento e particolare costruttivo è finemente pensato: i serramenti e le chiusure sono perfettamente integrati nella pelle in legno e fanno parte di essa; il basamento in pietra si apre ad accogliere la scala di ingresso e si riallaccia visivamente alla copertura grazie al camino in pietra di forma trapezoidale.

Il volume, nonostante l’inusuale articolazione, appare bilanciato nelle forme, nei materiali e nei cromatismi.

Foto di Simone Mizzotti
Testo di Marina Lo Re

Villa San Sisto

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