Luogo: Possagno (TV), via Canova, 74
Autore: Carlo Scarpa
Cronologia: 1955 | 1957
Itinerario: Caccia al tesoro
Uso: Museo
Nel 1955 in occasione del bicentenario della nascita di Antonio Canova, la Soprintendenza alle Belle Arti incarica Carlo Scarpa del progetto di ampliamento della Gipsoteca canoviana a Possagno, fino a quel momento ospitata nell’edificio a pianta basilicale costruito da Giuseppe Segusini tra il 1831 e il 1836. L’area a disposizione è di modeste dimensioni e di forma allungata ed è delimitata da una strada che degrada verso valle, a ovest dalla Gipsoteca. Scarpa articola l’ampliamento in due volumi: uno verticale di pianta quadrata, l’altro di forma trapezoidale, che assume la pendenza del lotto, definito da una copertura e un pavimento a gradoni.
Quattro finestre angolari tagliano gli angoli superiori del volume cubico in modo da far penetrare zenitalmente la luce, che si riflette sulle pareti bianche.
I gessi sono collocati nello spazio in base alla loro dimensione e posizione: i busti posti su mensole a muro e plinti di pietra tenera; le figure intere su basamenti in cemento; quelle sdraiate su lettini in ferro; i bozzetti, infine, in teche in vetro sorrette da una sola gamba in ferro.
Il volume a gradoni è delimitato da un lato da una parete piena, dall’altro da pilastri e architravi in acciaio, in parte tamponati da pareti vetrate e in parte da corsi di pietra tenera di Vicenza. Il pavimento in pietra Aurisina, tagliata a grandi lastre, digrada verso il fondo della galleria.
Il volume gradonato si restringe progressivamente come a formare un cannocchiale puntato sulle Tre Grazie e termina con una grande vetrata.
La grande vetrata è collocata in modo da inquadrare il paesaggio pedemontano ed escludere invece la visione del tessuto urbano antropizzato.